ANNO 14 n° 111
Arsenico, Codacons chiede risarcimento: 5mila euro per famiglia
Alla nuova azione giudiziaria si potrà aderire entro il 31 gennaio 2013
17/12/2012 - 16:34

VITERBO – (Ale.P) Dopo la vittoria contro i ministeri dell’Ambiente e della Salute condannati a risarcire 100 euro a ciascun cittadino costretto a usufruire di acqua con percentuali di arsenico oltre i limiti consentiti, il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) propone ora una nuova azione giudiziaria collettiva (gratuita per gli iscritti) chiedendo un risarcimento di 4mila euro a famiglia per la presenza di arsenico nell’acqua (comuni di Viterbo, Ronciglione e Caprarola) e per l’inquinamento del Lago di Vico. A questi si aggiungono altri mille euro di risarcimento per l’acquisto di acqua minerale in bottiglia e per la mancata riduzione della tariffa idrica, prevista per legge, nei territori dove l’acqua distribuita non risulta ottimale.

‘’Con questa iniziativa, alla quale si potrà aderire fino al 31 gennaio 2013,– ha spiegato il presidente nazionale Carlo Rienzi durante la conferenza stampa di stamani –  la Regione, i Comuni di Ronciglione e Caprarola (gli ex sindaci Massimo Sangiorgi e Alessandro Cuzzoli), le Asl di competenza, il gestore del servizio isdrico Talete, la Provincia di Viterbo e la Riserva naturale del lago di Vico, saranno chiamati, in base alle proprie competenze, a rispondere dei gravi danni arrecati agli utenti del servizio idrico dei due comuni.

Cuzzoli e Sangiorni, dopo le prime denunce da parte di varie associazioni e privati cittadino, lo scorso anno, erano stati sottoposti a indagine per omissione di atti d’ufficio, distribuzione di acque contaminate e disastro colposo. I due, in sostanza, non avrebbero adottato i provvedimenti per abbassare i livelli di arsenico e non avrebbero fatto controllare lo stato di salute delle acque del lago. Il pubblico ministero Franco Pacifici, recentemente, ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di procedere per accertare le cause che hanno determinato la fioritura dell’alga rossa che produce tossine dannose per la salute, le cause dell’eutrofizzazione delle acque del lago di Vico destinate all’approvvigionamento dei due comuni, le cause della presenza di arsenico e di altri metalli pesanti nell’acqua e nei sedimenti del lago e la verifica del rispetto delle norme della ‘’tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi’’. Il 26 febbraio inizieranno le operazioni peritali del consulente tecnico d’ufficio mentre il gip ha fissato l’udienza al 4 ottobre del prossimo anno per esaminare il risultato della perizia.

Alla conferenza ha partecipato anche la ricercatrice del Cnr Marina di Agazio che ha spiegato i rischi che l’alga rossa, e in particolare la sostanza rilasciata chiamata microcistina, comporta per la salute. Le persone possono essere esposte alle tossine attraverso l’ingestione di acqua potabile contaminata, tramite la balneazione, l’inalazione in prossimità delle aree di fioritura dell’alga e con l’assunzione di alimenti realizzati con acqua contaminata (la microcistina resiste alle alte temperature). La tossina è classificata come elemento cancerogeno 2b, cioè non induce direttamente la proliferazione tumorale ma coadiuva l’agente cancerogeno rendendolo più efficiente.

All’incontro era atteso anche il sindaco di Viterbo Giulio Marini che, all’ultimo momento, ha disertato per un’improvvisa riunione con l'Istituto superiore di sanità e Azianda sanitaria locale. Per la Asl era presente Giovanni Chiatti, responsabile del servizio veterinario della Asl.

 

 





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