ANNO 14 n° 117
Medioera, un successo
che porta a Milano
Chiusa la settima edizione (''quella della maturità'') il festival guarda lontano

di Andrea Arena

VITERBO – ''Non è elegante fare confronti, e avrebbe pure poco senso. Perciò se non vogliamo dire che sia stata la migliore, diciamo che almeno è stata l’edizione della maturità’’. L’onestà intellettuale di cui sopra è firmata da Massimiliano Capo, direttore artistico di Medioera, il festival di cultura digitale che domenica è andato in archivio per la settima volta con la classica passeggiata dedicata agli Instagram.

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Già, la passeggiata: vale la pena partire proprio da qui per raccontare qualcosa di più su questa realtà. Hanno partecipato un centinaio di persone, ma qui non conta la presenza fisica: ''Parliamo di persone che tutte insieme valgono mezzo milione di follower''. Cioè di utenti che li seguono sul social network che fa della fotografia il suo verbo. E’ lecito immaginare quanto traffico abbia generato quei quattro passi nel centro storico dell’antica Corneto.

Numeri, certo, ma anche sfumature per spiegare la Rete e le sue dinamiche, insieme alle tecnologie. Come quelle fornite da Daniel Miller, la stella di Medioera 2016, professore inglese che ha spiegato nel suo Why we post, come i social network cambino da Nazione a Nazione, da popolo a popolo. ''In Brasile, per capirci, postano per ragioni totalmente diverse da quelle che spingono gli italiani a farlo’’, sintetizza Capo. Insomma: Paese che vai, utente che trovi. E sono gli utenti a fare la Rete, non viceversa.

Nell’Incubatore culturale di Valle Faul gli ospiti si sono succeduti con quella frenesia che ormai è un marchio di fabbrica del festival. Panel e lezioni e incontri e storie, con una produzione di contenuti che rimane lì, sulla Rete: ''Su Youtube si trova tutto, chiunque può andarsi a rivedere gli interventi e gli argomenti di questa e delle passate edizioni – dice Capo – e perciò di fatto il festival non finisce mai. Il tutto senza dimenticare che Mediora è fatta anche di persone, e il clima che si è creato quest’anno è qualcosa che ci porteremo dietro’’. Dalla cena affollatissima al Decò, con persone che non si conoscevano sedute allo stesso tavolo, ad Anna Masera, la giornalista che si mette a sua volta a intervistare i ragazzi della Subway Web Radio (altra novità di questa edizione). E ancora: la diretta streaming, i podcast, il social media team che non si è fermato – letteralmente – un attimo.

Ma che l’onda lunga di Medioera sia destinata a continuare nei prossimi mesi è anche nelle intenzioni dello staff, del presidente di Gioventù protagonista Marco De Carolis, in Mauro Rotelli, Claudio D’Angeli e nello stesso Capo. Che spiega:''Intanto, probabilmente il 29 aprile saremo ancora all’ICult per partecipare ai festeggiamenti dei trent’anni di Internet, ai quali naturalmente non potevamo mancare. Faremo un paio d’incontri tematici con le scuole, sempre secondo la nostra formula. E poi continuiamo a guardarci avanti, con un pensierino a Milano’’. Dove Medioera è già stata protagonista, anche quest’anno, ma dove potrebbe sbarcare stabilmente con un festival in versione meneghina complementare a quello viterbese. E anche se i luoghi sul Web contano relativamente, come le distanze, è normale immaginare che proprio il capoluogo lombardo può offrire alla manifestazione una platea di addetti ai lavori decisamente folta: ''Anche se la collocazione viterbese – rassicura Capo – continua ad avere un suo fascino: molti ospiti vengono volentieri, cambiano aria per qualche giorno, si godono il centro storico, le terme…’’ E in fondo già nel nome, Medioera, si era voluto giocare col Medioevo e i media moderni. Accadde sette anni fa, da una chiacchierata sul divano. Oggi è diventata una cosa bella, e destinata a durare.

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