In questo sito non vengono utilizzati cookies per raccogliere informazioni personali in modo diretto ma alcuni elementi di terze parti potrebbero anche utilizzarli.
Cliccando su "approvo", navigando il sito o scorrendo questa pagina confermi di accettare i cookies (che ricordiamo possono essere sempre disabilitati dalle impostazioni del tuo browser).
Leggi come vengono utilizzati i cookies su questo sito - Approvo
''Zaini in spalla, anime in cammino: 250 ragazzi verso Roma''
Dal lago di Vico partito il pellegrinaggio delle diocesi di Viterbo e Civita Castellana. Una settimana di fatica, amicizia e spiritualitą nel cuore del Giubileo dei Giovani.
29/07/2025 - 07:02
di Andrea Farronato
VITERBO – È partito ieri, dal Parco Avventura del Lago di Vico, il pellegrinaggio che vede le diocesi di Viterbo e Civita Castellana in un cammino che terminerà domenica 3 agosto a Roma, in occasione del Giubileo dei Giovani. Una vera e propria carovana di circa 250 persone, tra ragazzi e accompagnatori, ha iniziato un percorso che li porterà a vivere giornate intense di cammino, spiritualità e condivisione.
Il tragitto si sviluppa in tappe giornaliere, ognuna delle quali prevede circa 10/15 chilometri a piedi. Al centro del cammino non c’è solo l’arrivo nella Capitale, ma un’esperienza profonda di incontro, fede e crescita personale.
Per raccontare al meglio questo viaggio, anche noi di Viterbonews24 abbiamo deciso di seguirlo da vicino, immergendoci nell’atmosfera del pellegrinaggio, per comprendere cosa spinge tanti giovani a mettersi in cammino in questo anno giubilare.
La partenza e la prima tappa
La sveglia è suonata presto: il primo giorno è iniziato alle 7 del mattino, con la partenza ufficiale dal Parco Avventura del Lago di Vico. Ogni partecipante ha con sé il proprio zaino con l’essenziale per affrontare la giornata (gavetta, borraccia, fazzoletti, spray antizanzare e occhiali da sole) e una valigia con tutto il necessario per riposarsi una volta giunti a destinazione (materassino gonfiabile, sacco a pelo, cuscino, biancheria e altri confort).
Le giornate si articolano in due momenti principali: al mattino si cammina fino all’ora di pranzo, mentre il pomeriggio è dedicato ad attività ricreative, spirituali e di gruppo, tutte pensate per favorire la condivisione, l’amicizia e il dialogo.
Le motivazioni dei partecipanti
Molti dei giovani che abbiamo incontrato ci hanno raccontato le loro motivazioni “In primis si è alla ricerca di nuove amicizie,” spiega Luca, venuto da Nepi. “È un modo per riflettere su quello che siamo. Da questa esperienza nascono dialoghi molto profondi e, in un certo senso, ti riscopri anche tu stesso,” aggiunge Elena, di Montefiascone.
Per Stefano, seminarista “è un’esperienza nuova, una prima volta che può aprire a nuove conoscenze e aiutarti a scoprire anche te stesso. È importante ricevere ciò che l’altro vuole donarti. La fatica del cammino è la stessa fatica che le persone portano dentro, ed è più facile portare un peso insieme che da soli.” E conclude con una citazione di Don Pierluigi Quatrini: “Non si arriva a Dio l’uno senza l’altro.”
Giovanna, un’altra partecipante, racconta “Per me questa avventura rappresenta la capacità di rapportarsi con persone completamente nuove, condividendo con loro un percorso di fatica e di esperienze che, in un modo o nell’altro, creeranno legami destinati a durare. È anche un momento per confrontarsi con se stessi e con Dio, perché Dio abita le nostre fatiche.”
grazieee
a te ❤️
da ora inizia il mio pellegrinaggio 😂
😅
VITERBO – È partito ieri, dal Parco Avventura del Lago di Vico, il pellegrinaggio che vede le diocesi di Viterbo e Civita Castellana in un cammino che terminerà domenica 3 agosto a Roma, in occasione del Giubileo dei Giovani. Una vera e propria carovana di circa 250 persone, tra ragazzi e accompagnatori, ha iniziato un percorso che li porterà a vivere giornate intense di cammino, spiritualità e condivisione.
Il tragitto si sviluppa in tappe giornaliere, ognuna delle quali prevede circa 10/15 chilometri a piedi. Al centro del cammino non c’è solo l’arrivo nella Capitale, ma un’esperienza profonda di incontro, fede e crescita personale. Per raccontare al meglio questo viaggio, anche noi di Viterbonews24 abbiamo deciso di seguirlo da vicino, immergendoci nell’atmosfera del pellegrinaggio, per comprendere cosa spinge tanti giovani a mettersi in cammino in questo anno giubilare.
La partenza e la prima tappa La sveglia è suonata presto: il primo giorno è iniziato alle 7 del mattino, con la partenza ufficiale dal Parco Avventura del Lago di Vico. Ogni partecipante ha con sé il proprio zaino con l’essenziale per affrontare la giornata (gavetta, borraccia, fazzoletti, spray antizanzare e occhiali da sole) e una valigia con tutto il necessario per riposarsi una volta giunti a destinazione (materassino gonfiabile, sacco a pelo, cuscino, biancheria e altri confort). Le giornate si articolano in due momenti principali: al mattino si cammina fino all’ora di pranzo, mentre il pomeriggio è dedicato ad attività ricreative, spirituali e di gruppo, tutte pensate per favorire la condivisione, l’amicizia e il dialogo.
Le motivazioni dei partecipanti Molti dei giovani che abbiamo incontrato ci hanno raccontato le loro motivazioni “In primis si è alla ricerca di nuove amicizie,” spiega Luca, venuto da Nepi. “È un modo per riflettere su quello che siamo. Da questa esperienza nascono dialoghi molto profondi e, in un certo senso, ti riscopri anche tu stesso,” aggiunge Elena, di Montefiascone. Per Stefano, seminarista “è un’esperienza nuova, una prima volta che può aprire a nuove conoscenze e aiutarti a scoprire anche te stesso. È importante ricevere ciò che l’altro vuole donarti. La fatica del cammino è la stessa fatica che le persone portano dentro, ed è più facile portare un peso insieme che da soli.” E conclude con una citazione di Don Pierluigi Quatrini: “Non si arriva a Dio l’uno senza l’altro.”
Giovanna, un’altra partecipante, racconta: '' Per me questa avventura rappresenta la capacità di rapportarsi con persone completamente nuove, condividendo con loro un percorso di fatica e di esperienze che, in un modo o nell’altro, creeranno legami destinati a durare. È anche un momento per confrontarsi con se stessi e con Dio, perché Dio abita le nostre fatiche''.