VITERBO - Una triste notizia è d'obbligo dare ai nostri lettori, è venuto a mancare all'affetto dei suoi familiari Alberto Mecarini, storico fotografo nato il 12 settembre del 1940. Alla fine degli anni 60, animato da entusiasmo e passione, Alberto Mecarini aprì a Viterbo in Via Saffi 82 una “bottega” di fotografia, che basava le sue radici in un connubio di tradizione e artigianato. Quel piccolo negozio, diventò in breve il negozio punto di riferimento di tanti amatori e professionisti del settore fotografico.
Solo fotografia e video, senza dispersioni in settori collaterali, ma sul settore video e sulla fotografia tutto quello che si desiderava sapere, trovava il massimo livello di competenza e servizio. Specializzato in fotografia di matrimoni, oggi è di moda dire di “wedding” con il suo corredo di rolleiflex 6x6 macchina di alto livello per quegli anni, era dotato di una particolare curiosità caratteristica principale di un fotografo, per cercare sempre, opportunità per poter migliorare la qualità del prodotto che gli sposi apprezzavano molto.
Il rigore con cui si documentava con ricognizioni che molti ritenevano superflue dei lughi dove sarebbe avvenuto l'evento mettevano in mostra un indice di serietà e capacità di selezione che soddisfacevano i suoi clienti. Avendo capito che la fotografia era in movimento, cambiava gli stili di ripresa cambiando i modi di realizzare scatti che non fossero solo foto ricordo. Era capace di adattarsi fotograficamente ad ogni situazione che poteva apparire improvvisamente con caratteristiche differenti dal preventivato, a volte improvvisava le riprese con un intuito innato.
Diceva sempre che schemi precisi chiudono in gabbia, soprattutto quando si tratta di creare un progetto fotografico di idee, che non potevano essere trovate sui libri. Non meno importante una dote che lui aveva e che gli innumerevoli clienti (ma lui li definiva amici) gli riconoscevano la capacità di comunicare, parlare del lavoro in caso di un servizio di matrimonio, o consigliare sull'uso di materiale per gli amatori. Una qualità spesso sottovalutata, ma di grande importanza, la capacità di interagire con i clienti e di comprendere le loro esigenze.
Sapeva ascoltare, interpretare i desideri dei committenti e tradurli in immagini che soddisfacessero le aspettative, tutte doti trasmesse al figlio Paolo. Non gli mancava poi la capacità tecnica per poter dare ai clienti informazioni sui limiti delle macchine fotografiche, sapendo consigliare la qualità in base ai risultati che si sarebbero voluti ottenere. Era un bravo fotografo ed aveva una naturale predisposizione per la composizione visiva. Questa abilità gli faceva identificare istantaneamente elementi come linee, luci, colori e proporzioni per creare immagini che avrebbero catturato l’attenzione.
L’occhio artistico non si limita al senso estetico, ma si sviluppa anche con l’esperienza e la conoscenza delle regole fotografiche, come la regola dei terzi o l’utilizzo strategico dello sfondo. Le sue doti umane e professionali emergevano in modo rilevante nel caso di fotografie di eventi, matrimoni o ritratti, dove l’empatia e la capacità di gestire situazioni stressanti sono fondamentali. I funerali si svolgeranno lunedì 20 ottobre presso la chiesa del Murialdo dove riceverà l'ultimo saluto da parte della moglie Maria Grazia dei figli Paolo e Laura i nipoti Eleonora, Elisa e Michele.