VITERBO – Un’etichetta che ormai sembra appartenerci è quella di città universitaria, visto anche il forte impatto sociale, economico e culturale che l’Università degli studi della Tuscia porta sul nostro territorio; tramite l’indagine Istat denominata BesT siamo in grado di capire quanto questa nuova vocazione abbia prodotto in termini di istruzione e formazione se paragonata alle altre provincie della regione Lazio.
Il BESt (benessere equo e sostenibile dei territori) permette di ricostruisce una panoramica di quello che è il profilo di benessere della regione e delle sue province sotto vari aspetti: analisi sulla popolazione, sull’economia, e sull’ambito sanitario. Il Best della Regione Lazio prende in analisi tutte le sue provincie, ed è da qui che emergono dati che fanno riflettere; al capitolo Istruzione e Formazione, si fa riferimento a 3 voci; nello specifico:
– Persone con almeno il diploma (25-65 anni)
– Laureati e altri titoli terziari (25-39 anni)
- Giovani che non lavora e non studiano
Per quanto riguarda la prima voce, le persone con almeno il diploma nel viterbese sono circa il 64,9%, in relazione a Roma che perde circa un 10% in punteggio, ma c’è chi fa molto peggio, come Latina al 56,7%; Le persone che hanno concluso un percorso universitario o simile della durata di almeno 3 anni sono il 22,5%, un dato che ci fa classificare quartultimi tra le cinque provincie della Regione, avanti solo a Latina con il 19,6%, anche in questo caso Roma fa meglio di tutti con il 42%. Infine la terza voce riporta un dato allarmante, quasi 1 giovane su 5 non lavora ne studia a Viterbo, con una percentuale viterbese del 18,5%, nella stessa situazione si trovano sia Latina (18,7%) che Frosinone (20%), la migliore su questo fronte è Rieti, con l’11,9%.