VITERBO - Un patto di responsabilità per ridare dignità al lavoro e contrastare le discriminazioni del sistema produttivo, a partire dal mondo agricolo. È questo il cuore dell’iniziativa promossa da uno sportello di orientamento al lavoro, che dal 24 gennaio ha già registrato 62 accessi e attivato percorsi personalizzati per l’inserimento occupazionale.
Dietro a numeri apparentemente freddi si nasconde un lavoro importante, ogni incontro iniziale è seguito da almeno quattro follow-up, per monitorare e sostenere i percorsi. Il bilancio parla chiaro: 11 risultati positivi, 51 persone accompagnate e 52 invii a realtà del territorio. Le fasce d’età più rappresentate? Dai 20 ai 45 anni, ma non mancano over 50 e anche alcuni neodiplomati.
Fondamentale il coinvolgimento delle imprese locali, cinque quelle contattate, tre delle quali già operative. Tutte hanno sottoscritto un patto di responsabilità, lo stesso che la UILA ha voluto firmare, riconoscendo nella vocazione agricola del territorio una chiave per lo sviluppo futuro.
“Accogliamo questa adesione come un germoglio pronto a sbocciare”, questo il messaggio di Don Paolo Chico, facendo riferimento all’importanza dell’apertura e della collaborazione per il bene comune. Un’iniziativa che, come afferma il segretario generale della UILA, Antonio Biagioli, punta a creare “un incontro tra domanda e offerta libero e legale”, contrastando il caporalato e ogni forma di sfruttamento. Il valore aggiunto? L’aspetto umano “Ciò che è sempre mancato è il rapporto umano”, ha spiegato il segretario “questa proposta lo rimette al centro, con regole chiare su sicurezza, contratti e rispetto delle persone”.