ANNO 15 n° 324
Viterbo, controlli centro di accoglienza: 19 richiedenti asilo non pił idonei
Guardia di Finanza, accertati redditi superiori alla soglia di indigenza, emerse anche quattro assunzioni in nero. Segnalazioni alla Prefettura per la revoca dei benefici
20/11/2025 - 16:58

VITERBO – Su richiesta della Prefettura di Viterbo, la Guardia di Finanza ha svolto una serie di approfonditi accertamenti economici su cittadini extracomunitari ospitati in un centro di accoglienza della provincia e titolari di domanda di protezione internazionale. L’obiettivo era verificare la reale condizione di indigenza, requisito fondamentale per accedere alle misure di sostegno previste dalla normativa.

La legge, infatti, stabilisce che il richiedente asilo debba dichiarare di non possedere mezzi di sussistenza sufficienti, con un parametro legato alla soglia annuale dell’assegno sociale.

Dalle verifiche eseguite dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Tarquinia è emerso che 19 dei 40 ospiti dell’ex convento di Valentano disponevano, nel 2024, di redditi tali da superare i limiti previsti, perdendo così il diritto alle misure di accoglienza. Le ricostruzioni sono state effettuate attraverso l’analisi della documentazione acquisita, dei salari percepiti e grazie a sopralluoghi nei luoghi di lavoro.

Le verifiche hanno inoltre evidenziato che molti dei richiedenti svolgevano attività lavorative alle dipendenze di imprenditori della Tuscia, soprattutto nel comparto agricolo per la raccolta delle olive e dei prodotti stagionali. Quattro di loro risultavano impiegati irregolarmente. Per i rispettivi datori di lavoro è scattata la maxi-sanzione prevista, pari a 13.650 euro.

Al termine delle attività ispettive, i cittadini extracomunitari irregolari sotto il profilo reddituale sono stati segnalati alla Prefettura di Viterbo per la revoca delle misure di accoglienza e per l’avvio del recupero delle somme indebitamente percepite a partire dal superamento della soglia di indigenza.

La Guardia di Finanza ribadisce che i controlli mirano a contrastare abusi e frodi nel settore dell’assistenza pubblica, garantendo che le risorse disponibili siano effettivamente destinate alle fasce più deboli e tutelando allo stesso tempo la legalità nel settore del lavoro agricolo e gli imprenditori che operano nel rispetto delle norme.






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