

VITERBO - Sullo stadio Enrico Rocchi non è aria di festa, ma di tempesta. La Viterbese vive uno dei momenti più critici della sua storia recente, e ciò che accade in campo sembra quasi marginale rispetto al terremoto che scuote la società. A far tremare l’ambiente non sono la classifica o la zona playout, bensì le crepe profonde nella gestione economica, nei rapporti con i giocatori e nella credibilità istituzionale del club.

Un confronto mancato e la rabbia che cresce
Quello che doveva essere un giorno decisivo per chiarire il futuro del club si è trasformato nell’ennesimo segnale di caos. Era previsto un incontro tra squadra, tifoseria e istituzioni cittadine — sindaca Chiara Frontini e assessore allo sport Emanuele Aronne — per fare luce sulla situazione societaria.
L’appuntamento è però sfumato per “mancanza di tempi tecnici”. Di fatto, però, la discussione non è mai stata così accesa: i giocatori e i tifosi si sono ritrovati comunque davanti ai cancelli del Rocchi, dando voce a una preoccupazione condivisa e sempre più difficile da mascherare.
«Non siamo volontari»: la protesta della squadra
I calciatori hanno preso posizione senza mezzi termini. Il nodo principale resta quello degli stipendi arretrati, con parte della rosa che non ha ancora ricevuto quanto dovuto.
Secondo quanto riportato dagli stessi giocatori, nel confronto con la dirigenza sarebbe emersa una frase che ha gelato lo spogliatoio: «Chi vuole andare via, può farlo. Ma solo a certe condizioni». Parole che molti hanno interpretato come un segnale di resa, quasi una smobilitazione anticipata. I giocatori hanno ribadito un concetto semplice ma pesante: «Siamo professionisti. Se veniamo pagati, lavoriamo. Questo non è volontariato».
Alla base del malcontento c’è una situazione economica che continua a peggiorare
Circa 308.000 euro di debito pregresso, dichiarati dall’attuale presidente come eredità della gestione precedente e ulteriori passività legate a IVA, tasse, contributi, rateizzazioni fiscali e rapporti irrisolti con fornitori e collaboratori.
Stipendi in ritardo che mettono la squadra nelle condizioni di protestare apertamente. La mancanza di liquidità è evidente e incide su tutto: dal mercato al pagamento degli staff, fino alla possibilità di programmare anche solo a breve termine.

Salta la panchina: fuori mister e direttore sportivo
In mezzo al caos, ieri la società ha ufficializzato gli esoneri del tecnico Aldo Gardini e del direttore sportivo Mattia Di Loreto.
Un comunicato asciutto, in cui la società ringrazia entrambi per il lavoro svolto, stride con l’ambiente infuocato che circonda il club.
Oggi, 10 dicembre, la squadra si è allenata lo stesso, affidata al vice allenatore, che gode della fiducia del gruppo. Un segno di unità interna tra i calciatori, ma anche un’immagine simbolica:
una squadra che prova a restare in piedi mentre attorno tutto vacilla.
Gli stessi giocatori hanno confermato che dalla dirigenza è arrivata una richiesta chiara: attendere fino alla serata di oggi, mercoledì 10 dicembre, per avere risposte definitive sulla situazione economica e sul futuro del club.
Da questo ultimatum dipende tutto:
- chi chiederà lo svincolo immediato;
- chi deciderà di restare, ma con garanzie scritte e trasparenza sui conti;
- se la squadra giocherà o meno la prossima partita contro la Salaria.
La possibilità che la Viterbese scenda in campo è tutt’altro che scontata.
Una città in attesa, una squadra allo stremo
La Viterbese non sta solo rischiando una stagione: sta giocando la partita più importante della sua sopravvivenza sportiva e identitaria.
