

VETRALLA – Il Tar del Lazio ha dato ragione a Trenitalia spa nella controversia che la opponeva al Comune di Vetralla, disponendo che l’ente locale consenta l’accesso agli atti richiesti entro trenta giorni.
Al centro della vicenda c’è Giovanni Gidari, dipendente di Trenitalia dal 1973 al 2007 e, tra il 2003 e il 2007, assessore e consigliere comunale a Vetralla, oggi vicesindaco. Durante quel periodo Gidari aveva usufruito dei permessi retribuiti previsti per lo svolgimento di incarichi amministrativi, con oneri anticipati dalla società ferroviaria e successivamente rimborsabili dal Comune, come stabilito dal decreto legislativo 267/2000.
Sulla base delle presenze certificate e della documentazione in proprio possesso, Trenitalia aveva calcolato un rimborso complessivo pari a 82.479,54 euro. Il Comune, però, ha riconosciuto una somma inferiore, pari a 35.108,84 euro, senza fornire spiegazioni dettagliate sulle modalità di calcolo adottate. Da qui la richiesta della società di accedere agli atti relativi alle sedute di consiglio comunale e di giunta, rimasta senza risposta.
Con la sentenza pubblicata il 23 dicembre, i giudici amministrativi hanno ritenuto fondato il ricorso, riconoscendo a Trenitalia il diritto di accesso agli atti a fini difensivi. Il Tar ha inoltre giudicato irrilevante la denuncia di smarrimento di un brogliaccio interno, sottolineando che la documentazione disponibile non si esaurisce in quel solo elemento.
Respinta la richiesta di nomina di un commissario ad acta, il Tribunale ha infine condannato il Comune di Vetralla al pagamento di 1.500 euro per le spese processuali in favore di Trenitalia.