RONCIGLIONE - Dopo i primi lanci di vespa samurai avvenuti agli inizi di luglio 2025, prosegue nei noccioleti della Tuscia l'azione di contrasto alla cimice asiatica con i secondi lanci dell'insetto antagonista. La cimice asiatica costituisce da tempo una concreta minaccia per l'agricoltura nel comprensorio dei Monti Cimini e, di riflesso, per l'economia viterbese.
La vespa samurai rappresenta tuttora l'unico antidoto efficace a lungo termine per la lotta biologica alla cimice asiatica, quest'anno estesa a nuovi siti autorizzati da Ministero dell'Agricoltura e Regione Lazio, grazie al sollecito di C.P.N. (Cooperativa Produttori Nocciole) e di altre organizzazioni di produttori (OP) che ha determinato un aumento di risorse a disposizione per tale scopo.
Dai monitoraggi effettuati dalle OP e da ENEA, con il fondamentale contributo del laboratorio Agricoltura 4.0 e di Raffaele Sasso, e in collaborazione con Università degli Studi della Tuscia, Regione Lazio e ARSIAL, sono state segnalate le prime uova di cimice asiatica parassitizzate dalla vespa samurai: la vespa va a deporre il proprio uovo all'interno di quello della cimice, di fatto 'sostituendolo'. Così l'insetto che nasce, dopo un ciclo di circa 12 giorni dalla deposizione alla schiusa, sarà una vespa samurai e non più una cimice asiatica.
'Quanto sta avvenendo - commentano i tecnici di C.P.N. - è un segnale assolutamente positivo che fa ben sperare per il futuro. Il grande lavoro che stiamo portando avanti per il contrasto alla cimice asiatica inizia a dare i suoi frutti e trovare le prime uova parassitizzate è un risultato importante, che consentirà inoltre il progressivo aumento della quantità di vespa samurai presente nei noccioleti. La strada intrapresa è quella giusta, però non bisogna abbassare la guardia ed è necessario continuare l'azione con altri lanci'.
I siti interessati sono 35 nel territorio provinciale di Viterbo, di cui parte gestiti da C.P.N. L'attività proseguirà nei prossimi giorni. Grazie alle strutture di ENEA presenti sul territorio, si ha la possibilità di produrre le migliaia di individui da rilasciare in campo per il controllo biologico.
'La lotta biologica alla cimice asiatica è un percorso delicato, complesso e a lungo termine - dichiara Settimio Discendenti, presidente C.P.N. - e rientra in una più ampia strategia di contrasto integrato. L'insetto antagonista richiede tempo per integrarsi e insediarsi nell'ambiente e la situazione va costantemente monitorata. Tutto questo processo non può prescindere da un adeguato supporto istituzionale e scientifico: ringraziamo Regione Lazio, ARSIAL, ENEA e Università degli Studi della Tuscia per la collaborazione all'azione di tutela della corilicoltura del nostro territorio che C.P.N. continua a promuovere attraverso soluzioni efficaci e sostenibili'.