ANNO 15 n° 130
Vasanello dark side III°, buona la prima
Un successo l'incontro con lo 007 Marco Mancini
09/03/2024 - 15:16

VASANELLO - Grande successo con il tutto esaurito per il primo appuntamenti della III Edizione di Dark side il Format ideato dalla 'assessore alla cultura del Comune di Vasanello Avvocato Dominga Martines insieme all'associazione Dark Side Storie e Segreti D'Italia con la media parTnership di Tusciaweb,che è si aperto con lo 007 Marco Mancini che arriva nel paese dei CiminI per presentare il suo libro 'Le Regole del Gioco ' edito da Rizzoli .

 

La raccomandazione di un parroco delle campagne ravennati con il generale al comando del Sismi. Così sono cominciati i 35 anni di carriera da agente segreto per Marco Mancini. L'ex carabiniere 63enne ha raccontato l'aneddoto e molto altre cose al pubblico da tutto esaurito presente a Vasanello nella Chiesa della Stella

 

Stando ben attento a non rivelare nulla che sia coperto dal segreto di Stato – «Perché altrimenti mi prenderei 25 anni di galera» -, Mancini ha dialogato con i giornalisti Gianluca Zanella e Marcello Altamura e ha raccontato dettagli di missioni nell'Italia degli anni di piombo o nell'Iraq delle brigate jihadiste il tutto davanti a una sala sold out con un pubblico attento e interessato a una figura che ha attraversato una fetta di storia d'Italia.

 

Don Isidoro fu il prete che lo fece entrare al Sismi. Agli inizi degli anni '80, Mancini si stava congendando dalla sezione speciale anticrimine del generale Carlo Alberto dalla Chiesa con l'intenzione di imboccare la carriera in magistratura . Ma quel parroco, insegnante di religione del carabiniere, lo accompagnò al ministero della Difesa – «usando una piantina di Roma tenuta in mezzo al Vangelo» – per incontrare il generale Ninetto Lugaresi che conosceva di persona.

 

«A 21 anni giravo con tre pistole addosso. Non perché fossi fanatico, ma perché ogni situazione richiedeva l'arma adatta, per evitare di ferire innocenti in caso di sparatorie». Ma l'arma non puoi tenerla a portata di mano: «In certe situazioni devi mantenere le mani in vista così che non pensino che sei armato». Usò la pistola, ma senza sparare nemmeno un colpo, per arrestare uno dei terroristi più ricercati d'Italia, Sergio Segio. «Lo trovammo a Milano. Lo riconoscemmo dalla camminata, perché quella è come un'impronta digitale e parla più del volto. Mi avvicinai alle sue spalle e gli puntai la pistola alla nuca armando il cane. Lo chiamai Sirio, il nome di battaglia, e si consegnò».

 

Mancini ha fatto parte della squadra che ha sventato, parole sue, «l'11 settembre dell'Italia». Era il 2004 e le fonti in contatto con i servizi italiani rivelarono che Al Qaeda aveva pianificato un attentato esplosivo all'ambasciata italiana di Beirut. «Riuscimmo a catturare un pericoloso ricercato mentre faceva il sopralluogo per misurare lo spessore dei muri. Sequestrammo 400 kg di tritolo e una quarantina di arresti».

 

Il libro che contiene notizie di grandissimo interesse è anche un modo con cui Mancini prova a togliersi alcuni sassolini dalla scarpa. «Due volte sono stato arrestato e due volte l'indagine si è conclusa con il mio proscioglimento. Però sui giornali in prima pagina è andata solo la notizia degli arresti». Il ricordo del periodo in carcere è particolarmente forte: «Ero in isolamento e non mangiavo quello che mi davano perché avevo paura per la mia sicurezza. Mangiavo solo due volte a settimana quello che mi portava la mia famiglia. Ho perso 19-20 kg di peso in sei mesi di detenzione preventiva».

 

Della detenzione ricorda anche la visita di Francesco Cossiga: «Una persona meravigliosa con cui ho in comune origini sarde. Parlammo tutta una mattina usando il dialetto gallurese che conosco grazie a mia madre. Lui mi consegnò una copia del romanzo 'Il giovane Holden'. Io non sapevo che dargli e allora presi il cartellino che indicava le informazioni del detenuto sulla porta della cella. Era l'unica cosa che potevo dargli». Quel cartellino ora è nel portafoglio di Mancini e l'ha mostrato agli intervistatori: «Al funerale di Cossiga me lo diede un suo collaboratore dicendo che il presidente si era raccomandato di farmelo riavere».

 

La chiusura dell'incontro , e non poteva essere altrimenti è sui fatti del 23 dicembre 2020 in un autogrill di Fiano Romano dove Mancini incontrò il senatore Matteo Renzi ripreso da una Professoressa proprio di Viterbo il cui nome è apparso sulla stampa.

 

«Dovevamo vederci al mattino al Senato ma Renzi aveva altri impegni e mi diede appuntamento in quel punto. Dovevamo solo scambiarci gli auguri di Natale. In tutto siamo rimasti lì tredici minuti». La circostanza, rivelata dalla trasmissione Report, si è tramutata nella fine della carriera diplomatica di Mancini: «Ero in procinto di ottenere una promozione, avevo già parlato con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, avrei avuto la direzione di un dipartimento. Ma saltò tutto e mi hanno indotto alla pensione. Mi sembra incredibile che con tutte le polemiche che ci sono state io non sia mai stato interrogato da nessuno su questa vicenda».

 

Una serata straordinaria per Vasanello con uno grandissimo successo di pubblico per la gioia del SINDACO IGINO VESTRI e L'ASSESSORE DOMINGA MARTINES di tutta l' amministrazione Comunale presente al completo, per una terza edizione di Dark Side che anche quest'anno si preannuncia veramente esplosiva.

 

Il prossimo appuntamento è per il 22 Marzo con il mistero del 'Mostro di Firenze', mistero poco sbarcato anche nella Tuscia con le riprese della serie NETFLIX 'il mostro' di Stefano Sollima girate a Ronciglione.

 

Alle ore 18 del 22 Marzo infatti arriveranno a Vasanello per raccontare uno dei piu grandi misteri d'Italia il Procuratore Giuliano Mignini consulente della commissione parlamentare sui delitti del mostro di Firenze insieme agli gli avvocati Walter Biscotti e Michele Antognoni. 

 






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