ANNO 14 n° 118
Un'unica ''mafia'' ad unire le vicende dei fratelli Rebeshi
Per il Riesame David avrebbe portato avanti i traffici del fratello Ismail, arrestato nell'Operazione Erostrato. No alla scarcerazione, difesa pronta a ricorrere in Cassazione
28/02/2020 - 04:52

VITERBO - (b.b.) Estorsione aggravata dal metodo mafioso, David Rebeshi avrebbe agito su comando del fratello Ismail. 

Ci sarebbe un unico filo conduttore ad unire le vicende dei due fratelli Rebeshi. Uno finito in carcere perchè accusato di aver messo in piedi insieme a Giuseppe Trovato un sodalizio mafioso smantellato all'alba del 25 gennaio dell'anno scorso dai carabinieri, l'altro arrestato il 28 novembre a Tuscania assieme a tre suoi presunti complici perchè sorpresi a farsi consegnare soldi da un ristoratore del posto sotto la minaccia di sterminargli la famiglia.

''Ti bruciamo il locale e ammazziamo la tua famiglia'', gli avrebbero detto terrorizzandolo. 

Secondo i giudici del Riesame, David Rebeshi, 31 anni, avrebbe agito per conto del fratello Ismail, di sei anni più grande, portando avanti alcuni suoi presunti traffici illeciti. Impossibili da gestire di persona da dietro le sbarre del carcere di Cuneo, dove Ismail è recluso da ormai più di un anno.

Per questo il Riesame ha detto no alla scarcerazione di David e a quella dei tre ventenni arrestati con lui. Ora la difesa sarebbe pronta a ricorrere in Cassazione. 

Nel frattempo il prossimo 4 marzo, verrà nominato l'ingegnere Sergio Civino, massimo esperto di Digital Forensics, per analizzare i cellulari dei quattro ragazzi e capire i loro spostamenti e loro presunti traffici. 

Trasferiti dal carcere di Mammagialla a quelli di Voghera e Vicenza, sono sottoposti al regime di alta sorveglianza. Su di loro l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.





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