di Fabio Tornatore
VITERBO - Situazione decisamente migliore nell'ateneo della Tuscia rispetto a dieci anni fa ma aumenta il divario socioculturale tra chi si laurea e chi non consegue il titolo. Il rapporto Almalaurea 2025 fotografa una generazione più attenta anche al sociale e alle condizioni di vita nel futuro lavoro.
Pubblicato dunque il rapporto Almalaurea 2025: i risultati per l'Università degli studi della Tuscia descrivono una generazione all'avanguardia con gli standard nazionali. Diminuisce infatti il tempo impiegato a laurearsi, 18,7% degli studenti consegue il titolo prima dei 23 anni, contro il 13,3 del 2014, il 26,9 entro i 24, era il 23,3 dieci anni fa; diminuisce anche il tempo impiegato a conseguire la laurea: 3,6 anni invece di 4,2 del 2014. Gli studenti laureati nel 2024 sono stati 1546, 53,1% donne e 46,9 uomini, contro i 1388 del 2014, 53,2% uomini e 46,8% donne.
Aumenta anche il livello di soddisfazione degli studenti dell'Unitus: il 49,6% degli studenti è decisamente soddisfatto dell'ateneo, e il 43,4 più sì che no, mentre nel 2014 erano pienamente soddisfatti il 43,7% e il 46,2 più sì che no. Inoltre il 73,8% si iscriverebbe di nuovo allo stesso corso di laurea nello stesso ateneo. Erano il 71,6 nel 2014. Aumentano anche i giovani che decidono di proseguire gli studi dopo aver conseguito il titolo, sono il 65,9% contro il 63,7 del 2014.
Quello che emerge dai dati evidenzia anche un maggiore divario socioculturale rispetto al passato: aumenta il numero delle lauree tra i ragazzi che hanno almeno un genitore laureato (24,2% contro 18,3%) e diminuiscono tra i giovani di genitori senza titolo accademico (73,9% rispetto a 79,6% del 2014), e delle famiglie di classe sociale economicamente elevata 17,2% contro il 13,6%), della classe media impiegatizia (34,4%, era 32,2%) e dei lavoratori autonomi (24,6% a fronte del 21,4% del 2014), mentre diminuisce drasticamente il numero dei laureati di coloro che provengono da famiglie con lavoro di tipo esecutivo (21,3% dei laureati, erano 28,2% nel 2014). Inoltre crescono i ragazzi che provengono dai licei e diminuiscono quelli diplomati negli istituti tecnici (65,9% contro 55,9 del 2014 dai licei e 25,6 invece di 38,9% dagli istituti tecnici).
La fotografia scattata da Almalaurea però riporta anche dati riguardo una generazione più attenta che in passato ai bisogn individuali e collettivi, oltre all'aspetto economico. Per la prima volta i giovani cercano un lavoro dopo il conseguimento del titolo che garantisca tempo libero (51,7% contro il 28% del 2014), rapporti con i colleghi il 54,9%, flessibilità oraria il 45,7%, luoghi di lavori soddisfacenti il 47,7%, e non da ultimo, i giovani cercano un'occupazione che abbia una utilità sociale (47,2%). Crescono anche l'attenzione alle acquisizioni professionali (74,5% contro 70,2%), possibilità di carriera (69,6%, 59,3%), l'attenzione al guadagno economico (70,5%, era appena 56,8% nel 2014) e la stabilità/sicurezza (75% contro 64,4%).