BOLSENA - Le miniere sono luoghi legati al passato, si potrebbe pensare, ma riguardano ancora il presente e il futuro. L’estrazione di minerali, rocce e altro non è mai terminata. E’ il Pne (Programma nazionale di esplorazione) che ci ricorda quanto queste siano ancora centrali per la nostra nazione, al momento esistono infatti 14 progetti nazionali dal via libera del Comitato interministeriale.
L’obiettivo è quello di definire le potenzialità minerarie nazionali attraverso l’integrazione delle informazioni mineriarie pregresse con una nuova campagna di ricerca. La finitalità è quella di identificare le aree più ricche dal punto di vista minerario, su materie prime critiche/strategiche definite dalla Ue ma anche su materiali di specifico interesse per l’industria nazionale.
E’ presente nel programma anche il Lazio, nello specifico, la Tuscia. La presenza di potenziali giacimenti di Ree di basso tenere è nota sin dagli anni ’80 del secolo scorso. Oltre alla presenza di fluorititi arricchi in Ree, V e Y.
A est di Viterbo (Pian Auta) sono presenti giacimenti di elevata attrattiva. L’area di interesse si estende per circa 40 chilometri e lunga 100 chilometri. Anche le aree calderiche di Bolsena (Forcinelle, Vulsini) non sono da sottovalutare.
La prima fase del progetto riguarda il rilevamento geologico per individuare i depositi e definirne lo spessore, oltre a valutazioni approfondite e la stesura di una carta geologica.