

TUSCANIA - La violenza contro le donne è non un’emergenza, ma un fenomeno strutturale che ha le radici nella cultura patriarcale. Per uscirne, c’è bisogno di un grande lavoro sul piano dell’educazione alla cultura del rispetto, della prevenzione, della creazione di una rete tra le istituzioni per una integrazione delle politiche di intervento. E di un forte sostegno, anche in termini di risorse, ai Centri antiviolenza, la cui presenza è fondamentale nell’azione di contrasto alla violenza di genere.
È un percorso complesso. “Ma io sono fiduciosa”, ha detto Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della Segreteria nazionale del PD, con delega a Terzo Settore e Associazionismo, intervenendo, ieri pomeriggio, a Tuscania, nello spazio di CasaNave alle Mura, alla tavola rotonda organizzata dal Circolo del PD sul tema “Per un futuro libero dalla violenza”.

Folta la partecipazione all’iniziativa. “Segno che c’è la consapevolezza che questo fenomeno da scardinare riguarda tutte e tutti”, come ha osservato Daniela Venturi, segretaria del Circolo, che ha introdotto e coordinato gli interventi.
Il confronto, andato avanti per più di due ore, è stato intenso. Prima, l’esperienza di Lilian Pizzi, psicoterapeuta, che ha raccontato cosa significhi curare chi ha una storia di oppressione e come “spesso le donne non trovino le parole per definire ciò che hanno vissuto. Serve tempo per imparare a vedere le cose con il loro nome, la violenza nelle sue forme più sottili”. Dalla violenza culturale a quella psicologica ed emotiva, quindi economica e sociale, sessuale e fisica (il modello utilizzato è una piramide).
Poi Chanel Overal, neolaureata in Scienze Internazionali dello Sviluppo e della Cooperazione, sul tema del femminicidio, con un approfondimento sulla narrazione che pone la donna uccisa in secondo piano rispetto all’autore del delitto, magari cercando attenuanti all’azione commessa, e sul linguaggio della stampa, che troppo spesso punta sulla spettacolarizzazione della violenza e non evita dettagli macabri e intimi: “Le ripercussioni sui familiari e sulle persone coinvolte sono profonde e purtroppo ignorate”.
Un appello alla politica da Cipriana Contu, avvocata dell’Associazione Erinna: “I Centri antiviolenza vanno finanziati e devono moltiplicarsi, perché fanno la differenza. Accompagnano la donna in un percorso per lei sostenibile di acquisizione di consapevolezza di ciò che si è subito e la sostengono, dopo la denuncia, quando arriva in Tribunale, dove altrimenti sarebbe sola”. Per Contu, occorre un cambiamento anche nel linguaggio: “Non chiamiamo più le donne vittime, perché così sembrano sconfitte. Noi troviamo donne che combattono e che alla fine del percorso vedono violenza e vissuto in maniera diversa”. Decisiva l’attività di prevenzione, a partire dalle scuole.
Un tema, quest’ultimo, centrale anche per Manuela Benedetti, segretaria della Federazione del PD di Viterbo, che ha parlato anche nel suo ruolo di docente, definendo allarmante il dato della crescita della violenza tra i giovani, e di amministratrice comunale: “I Comuni devono essere messi nelle condizioni di agire, dotandoli di risorse mirate alla formazione del personale che accoglie chi subisce violenza e a fornire concreto aiuto alla donna”. Indispensabile anche il rafforzamento della rete dei Centri antiviolenza.

“Oggi, il 25 novembre pare aver preso la postura costituzionale: è la data della liberazione delle donne”, ha esordito Marta Bonafoni, che ha proposto una riflessione sulle dinamiche di potere, attraverso l’analisi del caso della “lista stupri” apparsa nei bagni di un Liceo romano e del femminicidio di Giulia Cecchettin, e sull’importanza di rimettere in ordine le parole. È una priorità anche per Bonafoni l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole di ogni ordine e grado, che non può dipendere dal consenso della famiglia dunque da un contesto in cui spesso c’è il problema, così come che si approvi la proposta di legge sul consenso, bloccata da una destra che a tutti i livelli istituzionali, compresa la Regione Lazio, sta bersagliando i diritti delle donne, attacca la 194 e gli stessi Centri antiviolenza.
La fiducia poggia sulla forza del movimento delle donne contro la violenza, i cui cortei sono pieni di vita.
Presente, tra gli altri, Alessandro Tizi, capogruppo di Tuscania delle Idee in consiglio comunale.
Il sentito “grazie” del Circolo del PD a Gloria Desideri, che ha messo a disposizione per la tavola rotonda la bellissima sala di CasaNave, per l’impeccabile e affettuosa accoglienza.