ANNO 15 n° 176
Treni spostati sulla linea lenta, le istituzioni si mobilitano in sostegno dei pendolari
I sindaci della Tuscia chiedono un tavolo interregionale, quelli di Umbria e Toscana il 1° luglio manifesteranno a Roma
25/06/2025 - 07:22

ORTE - Le istituzioni si mobilitano a sostegno dei pendolari contro lo spostamento di tutti i treni regionali sulla linea lenta. Gli assessori regionali dei trasporti di Umbria e Toscana, Francesco De Rebotti e Stefano Baccelli, ieri si sono detti ''determinati a intraprendere ogni iniziativa politica e istituzionale necessaria per tutelare in ogni sede competente i diritti e gli interessi prioritari dei propri cittadini e dei propri territori che da diversi giorni stanno ponendo il tema con estrema chiarezza''.

Nella Tuscia la mobilitazione, per ora, si è fermata ai sindaci. I primi cittadini di Viterbo, Orte, Bassano in Teverina, Vasanello, Gallese, Corchiano, Canepina, Vallerano, Fabrica di Roma, Vitorchiano, Bomarzo, Montefiascone, Acquapendente, Calcata, Carbognano, Castiglione in Teverina, Cellere, Civitella d’Agliano, Faleria, Gradoli, Lubriano, Marta, Nepi, Oriolo Romano, Proceno, Villa San Giovanni in Tuscia, hanno firmato un’istanza con cui chiedono l’istituzione di un tavolo permanente interregionale con le Regioni Lazio, Toscana, Umbria e Marche, le amministrazioni comunali coinvolte, Rfi, Trenitalia e Mit per affrontare le emergenze contingenti e definire una strategia condivisa per un servizio ferroviario integrato, regolare e competitivo, per la tutela e valorizzazione degli obblighi di servizio pubblico, nel rispetto dei principi elementari di pubblica utilità, di equità territoriale e coesione sociale.

Intanto proprio dai sindaci arriverà la prima vera protesta. Martedì prossimo, 1° luglio una quarantina di loro dall'Orvietano al Trasimeno, da Cortona alla Valdichiana senese, indossando la fascia tricolore si daranno appuntamento nelle stazioni di riferimento e insieme ai pendolari si recheranno a Roma per chiedere di essere ricevuti da Governo, Trenitalia e Rfi. ''Se le risposte e le soluzioni non arrivano e se non c’è chi ci supporta - dicono - saremo noi, pacificamente ma con determinazione, a portare i problemi direttamente nella Capitale''.






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