ANNO 15 n° 143
Trattori a Orte 2.0, ma stavolta la partenza č in sordina
Monfeli: 'Il nostro obiettivo č quello di risollevare l'agricoltura che comunque sta declinando'
01/02/2025 - 15:38

ORTE - Trattori a Orte 2.0, ma stavolta la partenza è in sordina.

Stamattina, infatti, sul piazzale di fronte al casello della A1 i mezzi parcheggiati si contavano sulle dita di una sola mano, e accanto ai mezzi agricoli, una sparuta ventina di irriducibili si stringevano intorno al loro leader delle battaglie del 2024, Tonino Monfeli.

Ovviamente la brace cova sotto la cenere, e niente fa pensare che la cosa non vada come l’anno scorso, quando dopo una partenza a “tre cilindri” con sette trattori e 30 persone, si è passati nel giro di una settimana agli oltre 150 mezzi agricoli che hanno letteralmente invaso lo snodo stradale.

Con loro i quei giorni quasi duemila persone calcarono quell’asfalto, innescando anche momenti caldi in cui la polizia si trovò a fronteggiare una folla inferocita che voleva bloccare il casello con delle rotoballe di fieno da oltre un quintale.

Ma anche se l’eco di quei giorni, stamattina sembrava ormai spento, le ragioni che li animarono non lo sono, perlomeno secondo Monfeli, che di buon grado ha accettato di rilasciare a Viterbonews24 una breve intervista.

Sembra che ci sia poca adesione, secondo lei perché ?

C'è poca adesione perché si è creato uno sconforto generale per la divisione che si è creata l’ultima volta che siamo scesi in campo, che, secondo me, è stata perpetrata dalla politica e dai sindacati, e la gente ci casca purtroppo perché l'agricoltore è bravo, è un lavoratore, siamo lavoratori, siamo brave persone, però poco emancipate, non è preparate a capire bene la politica, ma noi non stiamo a parlare di politica qui, la politica ci ha nauseato da qualsiasi direzione provenga. Noi stiamo qui a protestare perché le aziende agricole chiudono, perché c'è un attacco a livello internazionale del grande potere capitalistico che sta annientando l'agricoltura italiana, ma non solo italiana, anche quella mondiale. Vogliono mettere le mani sopra a questo gioiello che è l'agricoltura, che è una cosa millenaria, che va avanti da sempre, e noi non lo permetteremo che interrompano, questa nostra tradizione di produrre cibo e dare da mangiare genuino alle persone.

Qui si sono abituati a miscelare i cibi che vengono dall'altra parte del mondo senza controlli e spesso sfruttando la manodopera minorile e li miscelano con i nostri e li vendono scrivendo sotto Made in Italy perché la legge glielo permette, perché il governo nostro glielo permette, perché si sono venduti in nostro nome per far guadagnare l'agroindustria, per far guadagnare la grande distribuzione e ci hanno affossato, ci hanno avvilito e ci stanno facendo chiudere.

Ma noi non perderemo, combatteremo fino all'ultimo, questo lo assicuro.

Qual’ è il vostro obiettivo?

Il nostro obiettivo è quello di risollevare l'agricoltura che comunque sta declinando, con 40.000 aziende agricole chiuse solo nel 2024, con l'impossibilità di vedere un futuro per i nostri giovani, costretti ad andare in altre nazioni a vivere invece di rimanere a lavorare le nostre terre, come abbiamo fatto noi, come hanno fatto i nostri genitori. Questa è una cosa che l'Italia non se la può permettere, perché l'Italia è anche il brand della cucina e del mangiare italiano, è il valore più alto che c'è nel mondo, non possiamo liquidare l'agricoltura italiana così, non può diventare Bonifiche Ferraresi il padrone dell'agricoltura italiana, non può diventare Coldiretti con la sua S.p.a. padrona dell'agricoltura italiana, i padroni dell'agricoltura italiana sono l'azienda agricola a carattere familiare, composta spesso da una o due, massimo tre persone, le micro aziende, che non hanno difese purtroppo perché non ci sono i sindacati che li difendono, questa è la cosa grave, i sindacati sono latitanti da tanto tempo, anzi operano contro di noi, non hanno mai operato a nostro favore come sarebbe dovere dei sindacati.

Tornerete in strada come l'anno scorso?

Il fatto di tornare in strada è una cosa importante, ma non è fondamentale, perché la battaglia si deve fare anche quei giorni che non si è in strada, bisogna combattere sempre per unire le persone e per portare a conoscenza i consumatori del grave inganno che sono stati portati a subire, noi vogliamo creare un flusso informativo che vada dentro le case degli italiani e far capire perfettamente a tutti che cosa sta subendo l'agricoltura, questo è il nostro obiettivo.

Questa cosa i mezzi di informazione spesso non la garantiscono, noi dovremmo sostituirci a loro e andare avanti in questa direzione.

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