ANNO 15 n° 127
Traffico rifiuti tossici,
Angelo Bologna assolto
Il titolare della Econet di Montefiascone riconosciuto innocente
29/09/2011 - 04:11

Era rimasto coinvolto nel 2002, insieme a una novantina di altri imprenditoti, nella cosiddetta ‘’Operazione Cassiopea’’, che aveva portato allo smantellamento di un vasto traffico di rifiuti tossici e pericolosi dal nord e dal centro Italia verso la Campania, in particolare nel Casertano dove, secondo gli investigatori, venivano interrati. Nove anni dopo, Angelo Bologna, titolare della Econet di Montefiascone, azienda specializzata nel trattamento e nello smaltimento di rifiuti speciali, è stato prosciolto dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per non aver commesso il fatto.

Le accuse mosse dalla procura della Repubblica agli indagati, 95 in tutto, andavano a vario titolo dall’associazione a delinquere di stampo camorristico al disastro ambientale; dall’inquinamento delle falde acquifere ai una miriade di reati minori, alcuni dei quali puniti solo con multe.

Il proscioglimento di Bologna e di molti altri indagati, tuttavia, non significa che i treni che portavano i rifiuti dal nord al sud non ci fossero davvero e che ora, grazie all’Operazione Cassiopea, quel traffico, almeno in parte, è stato interrotto. Nell’arco di nove anni però le ipotesi di accusa sono cambiate e molti reati, come disastro ambientale e inquinamento delle falde acquifere, sono caduti in prescrizione.

La posizione di Bologna, al contrario, è inequivocabile. Secondo il Gup, infatti, il giudizio nei suoi confronti non doveva neanche iniziare perché completamente estraneo alla vicenda.

Restano i danni subiti dalla Econet che, nei nove anni di durata dell’inchiesta, ha perso numerosi incarichi e ha dovuto tagliare parte dei dipendenti. Inoltre non ha potuto partecipare alle gare d’appalto perché, nonostante la sua posizione fosse già stata stralciata da tempo, il suo certificato antimafia sarebbe risultato positivo fino al passaggio in giudicato della sentenza di assoluzione. Mentre era sotto inchiesta, tra l’altro, il comune di Montefiascone gli revocò un appalto che si era aggiudicato proprio per la positività del certificato antimafia.






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