ANNO 15 n° 193
'Svendere Talete ai privati č una follia, si possono ancora tentare soluzioni alternative'
Critico M5S e RC, Biondi: 'Ancora narrazioni a senso unico'. Rc: 'I cittadini pagheranno a caro prezzo questa scelta'
10/07/2025 - 08:17

 

VITERBO - 'L’ingresso di privati in Talete è l'unica possibilità per non far fallire la società e garantire così il servizio idrico a tutta la provincia di Viterbo'. E' quanto ha ribadito l'amministratore unico Salvatore Genova martedi in assemblea dei soci in presenza anche del presidente Egato Alessandro Romoli che, ha ricordato: 'sulla gara approvata all'unanimità è partito anche il bando per la cessione del 40% di Talete a privati'. L'unico modo - hanno tentato di spiegare i due rappresentanti - per ammortizzare i costi legati alla potabilizzazione e l'energia che 'gravano pesantemente sui bilanci della società'. E dunque continuare a mantenere in vita il servizio, lasciando la maggioranza di quote ai Comuni della Tuscia.

Discorso che continua a non convincere gli esponenti del Movimento cinque stelle, tra cui Valerio Biondi, consigliere comunale di Civita Castellana e Rifondazione Comunista

'Purtroppo ancora una volta - stigmatizza Biondi - ci troviamo di fronte ad una narrazione a senso unico che mira soltanto a consolidare ed “approvare” l’azione che è stata messa in atto ormai da diversi anni in merito alla svendita di parte della società che, a totale partecipazione pubblica (anche se per poco), ha gestito e gestisce il servizio idrico nella nostra Provincia. Rispetto alle parole pronunciate sia dal Romoli che da Genova vogliamo ricordare come nel nostro piccolo, a Civita Castellana, abbiamo sempre cercato di anteporre alla volontà di avere una gestione pubblica dell’acqua soluzioni alternative al ricorso ai privati ad esempio quando facemmo approvare all’unanimità in Consiglio Comunale il 30 settembre 2021 una mozione con cui chiedevamo di sviluppare progetti per energie rinnovabili al fine di abbattere l’enorme costo dell’energia elettrica che ad oggi costa ai cittadini in bolletta circa il 20/25%. O ancora la proposta per la ricerca di risorse idriche alternative, con livelli di arsenico entro i limiti di legge al fine di superare l’altro enorme fardello dei costi della depurazione. Mentre in merito alla mancanza di risorse finanziarie per la società abbiamo più volte denunciato pubblicamente la poca incisività con cui si è cercato negli anni di ricorre al credito bancario. Un caso fra i tanti è quello del famoso finanziamento liquidità a sostegno delle aziende in crisi nel periodo del Covid-19, messo in campo dal Governo Conte, per il quale la Talete potè ambire ad ottenere 15 milioni di euro ad un tasso di interesse molto vantaggioso'.

Per Rifondazione Comunista si è giunti all''Ultimo atto di una commedia, secondo un canovaccio trasversale scritto da tempo da FI, PD e FdI'.

'Il presidente della provincia - rimarcano i rifondaroli - e i sindaci dicono il falso quando dichiarano che non ci sono state proposte alternative. Il Comitato Non Ce la Beviamo (nel quale siamo attivi da oltre un decennio) ha presentato pubblicamente proposte elaborate da tecnici qualificati. Nel 2022, quando tutto era ancora possibile, abbiamo avanzato la proposta dell’Azienda Speciale di diritto pubblico, sul modello dell’Acqua Bene Comune di Napoli, con un convegno alla sala consiliare del comune di Viterbo presenziato dall’avvocato Maurizio Montalto; nel 2025, in un convegno promosso dall’ISDE–Medici per l’Ambiente, son state presentate metodologie di filtraggio dell’arsenico mediante membrane organiche non inquinanti e non dispendiose; a fronte di grave obsolescenza degli impianti abbiamo chiesto di internalizzare il personale della manutenzione e intanto procedere ad appalti diretti a ditte locali, evitando i doppi costi per la multinazionale SUEZ, che poi subappalta. Queste ed altre proposte mai sono state prese in considerazione. Con la cessione del 40% al capitale privato, i cittadini pagheranno bollette sempre più alte e insostenibili'.

'Del resto - concludono - i cittadini non sono tutti ‘sudditi’, e sapranno riconoscere chi ha contribuito ad estorcere un servizio pubblico alla comunità (fregandosene del Referendum del 2011), per cederlo alla speculazione; chi avrà ridotto a merce qualunque un diritto irrinunciabile e universale come l’acqua'.






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