di Fabio Tornatore
SUTRI - Alberi capitozzati proprio sulla Cassia, rami tagliati fino a lasciare dei moncherini: chi passa sulla strata statale nel comune di Sutri può osservare uno scenario grottesco. Ancora un caso, dunque, di potature estreme nella Tuscia, dove non si accenna a fermarsi la pratica della 'capitozzatura', considerata dannosa per gli alberi ormai da un esetcito di esperti, e che potrebbe causare l'indebolimento della pianta, fino alla morte nei prossimi decenni.
'Chi pagherà questo danno al patrimonio pubblico quando tra dieci o vent'anni quest'albero cadrà giu perché indebolito dalla capitozzatura?' era la domanda che poneva il dottore forestale Carlo Mascioli un anno fa, intervistato da ViterboNews24 per un simile intervento nel comune di Viterbo. La pratica, in effetti, oltre a lasciare un paesaggio che sembra alludere ad un qualche film di Hitchcock, pare, secondo la maggior parte degli esperti e secondo i regolamenti per la salvaguardia del verde pubblico, per i comuni che lo hanno adottato, sia altamente nociva per la pianta, che diviene vulnerabile ai parassiti, sviluppa velocemente nuovi rami per compensare quelli che ha perso ma che sono molto più deboli e a rischio caduta, e potrebbe sviluppare carie interne portando all'indebolimento dell'intera struttura dell'albero.