ANNO 14 n° 139
Superbonus 110: “Mi ritrovo con la casa incompiuta e i debiti da pagare'
La storia di R.C., 'Io come cittadino mi sento preso in giro dallo Stato”
Giulia
06/05/2024 - 07:03
di Giulia Ortenzi

VITERBO - “Come cittadino mi sento preso in giro, non è normale che lo Stato lascia così i cittadini in certe condizioni e senza alcuna certezza”. A parlare è R.C., un cittadino della Tuscia che come tanti altri a suo tempo aveva deciso di usufruire del Superbonus 110, l’agevolazione fiscale prevista dalla legge n. 77 del 2020. Era un’occasione perché la norma prevedeva una detrazione del 110% delle spese sostenute per interventi specifici finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico e alla riduzione del rischio sismico degli edifici.

Come racconta R.C. nel 2022 ha deciso di usufruire del Superbonus 110, osservando i requisiti e le scadenze richiesti dalla legge, eppure dopo anni, si ritrova con la casa ridotta ad un cantiere e i lavori non terminati: “Io ho iniziato i lavori nel 2022 decidendo di utilizzare il 110, ma la legge è cambiata e sono riuscito a ottenere una parte di cessione del credito che mi è ritornato. Però, a novembre del 2023 affronto la mia ultima cessione del credito che era la più importante, con un importo di 70.000 euro, dove finivo una parte del Sismabonus e iniziavo l’Ecobonus. Ma mentre il Sismabonus mi è stato accettato dalla banca, l’Ecobonus, visto che era all’inizio, non mi è stato accettato perché poi lo stato stava cambiando le leggi; quindi, la banca si è tutelata e non ha comprato il mio ecobonus. Quindi ad oggi io mi ritrovo con 70.000 euro di crediti da vendere, ma secondo lo stato dovevo venderli entro il 4 aprile 2024”.

R.C. aveva scelto infatti la formula della cessione del credito verso lo Stato per ottenere la liquidità necessaria per proseguire i lavori, rivolgendosi poi successivamente ad una banca. Quello che è accaduto è ormai storia nota: le banche da un certo punto in poi non hanno più accettato di acquistare questi crediti di imposta perché non sarebbero riuscite a detrarli nei 4 anni previsti a causa del numero consistente dei crediti già acquistati. E così molti cittadini italiani, pur avendo rispettato le prescrizioni normative, si sono ritrovati con la casa ridotta ad un cantiere e senza la possibilità di far continuare i lavori.

“È una situazione difficile, non è normale che lo Stato lascia così, in certe condizioni, i cittadini – prosegue R.C – perché poi ci sono ditte grandi che lavorano e usufruiscono della cessione del credito, e noi persone normali che non hanno ditte stiamo sul lastrico. Io ad oggi rischio di andare sul baratro perché ho il finanziamento aperto per colpa dell’ecobonus, non mi passa il mutuo perché casa è da finire quindi il credito non mi passa, ho finito la liquidità per poterla finire e devo pagare l’affitto. Il problema però è che io, come altre migliaia di persone che hanno fatto progetti e affrontato delle spese, ci ritroviamo con finanziamenti aperti, da non poter chiudere, da non poter finire casa, lavori cominciati che non si possono terminare, visto che ora il governo sta cambiando le carte in tavola. Ora migliaia di persone come me, che avevano fatto un investimento si trovano abbandonate così dallo Stato. Il mio unico modo ora è trovare un’impresa o un privato che possa comprare i miei crediti, anche se c’è la possibilità che me li possa pagare solamente al 60%, c’è una grossa speculazione dietro e chi ci rimette sono i piccoli. Voglio che questo messaggio arrivi a tutti, voglio che sia una denuncia e una protesta verso la situazione in cui verte questo paese. Così non si può continuare”.






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