VIGNANELLO - Escrementi di cane non solo nel cortile, ma anche negli spazi comuni, chiazze di urina sui muri, sporcizia e peli di animali: queste le precarie condizioni igieniche e di manutenzione in cui versa un palazzo di Vignanello (zona Talano), abitato anche da famiglie con bambini. Non sembrano intravedersi soluzioni per chi è coinvolto nella faccenda: questa mancanza è dovuta alla carente proattività degli inquilini di una persona, residente nel palazzo ed estenuata dalla situazione.
La stessa ha fornito al Viterbonews24, una puntuale segnalazione del problema: “Ci siamo rivolti ai Carabinieri, ci siamo rivolti al Comune, finché chi sporca è ripreso va bene per un giorno o due, ma poi si ricomincia. Ci sono peli di cani e cacche – ha sottolineato – ed è una situazione che va avanti da diversi anni”. Le istituzioni conoscono la difficile quotidianità dei residenti e sono intervenute.
Le pulizie nel palazzo “vengono fatte abitualmente – ha ripreso la persona intervistata - al di fuori del giovedì, giorno in cui tocca a noi: le facciamo anche di lunedì o di martedì, quando vediamo che ci sono condizioni estreme. Non c’è solo un peletto di cane o una pedata: c’è proprio sporcizia. C’è la pipì sui muri… È vero che si tratta di un palazzo popolare, ma non si deve vivere neanche in queste condizioni”. Una constatazione sincera e legittima, provocata dal disinteresse dei più.
“Ci sono famiglie, grandi e piccini. Facendo le scale ci si rimette lo stomaco: una volta ci si trova il sangue, una volta gli escrementi, una volta si trova lo zerbino sporco di cacca, perché vengono fatti dei dispetti piuttosto infantili… I peli dei cani sono abbastanza voluminosi. Poi c’è l’erba alta, ci sono le cartacce… Non c’è dialogo con questi inquilini, appaiono come vulnerabili” ha concluso, alludendo all’impossibilità di collaborare e di esprimere sinceramente le proprie rimostranze, sempre rispedite al mittente.
La mancanza di accordi interni fa vacillare ancora di più i già evidenti e motivati dissapori. Una tolleranza che non cede alla rassegnazione: denunciare è invece possibile, per alimentare l’efficienza nel porre un duraturo rimedio.