VITERBO - Una asettica comunicazione dell'amministrazione comunale ha diramato il divieto di utilizzo dell'acqua erogata in alcuni quartieri, di cui si consiglia la bollitura a causa della contaminazione da enterococchi rintracciati in quantità superiori alla norma tollerabile, non come l'acqua che i cittadini di Viterbo hanno bevuto ed utilizzato per gli usi alimentari. Oltre alla gravità che già questo comporta, il Comune di Viterbo, non si è preoccupato nemmeno di spiegare, scusandosi, come mai l'allarme per la salute sia partito con alcuni giorni di ritardo, scatenando la rabbia dei cittadini che denunciano la mancata tempestività dell'amministrazione nella comunicazione, cosa che ha determinato l'utilizzo abituale di una 'schifezza' per bere e cucinare, come si legge in alcuni commenti sui social. Dopo l'eccesso di arsenico delle scorse settimane, questo altro grave episodio non fa che aumentare il dissenso generale che da tempo accompagna il processo di privatizzazione dell'acqua pubblica, giustificato come inevitabile a seguito di varie considerazioni, tra cui l'impossibilità delle amministrazioni pubbliche di sostenere i costi della manutenzione e della gestione del servizio stesso, calpestando totalmente i risultati del referendum che nel 2011 ha stabilito l'impossibilità di fare cassa su un bene primario e comune come l'acqua potabile. Dal momento che l'acqua è un bene comune essenziale per la vita, dal momento che l'amministrazione pubblica deve comunque garantirne l'erogazione, per il benessere stesso dei cittadini, come possono non destare indignazione questi ripetuti episodi, che si sommano anche ad altri disservizi come la mancanza totale di erogazione in alcune zone della provincia? A fronte di aumenti progressivi ed esponenziali, assistiamo ad una inadeguatezza evidente, con gravi rischi per la salute dei cittadini che, oltre a tutto, devono comprare l'acqua l'acqua potabile ormai anche per cucinare. Oltre a ciò, non meno grave è la mancanza di empatia delle amministrazioni, contribuendo a far crescere la distanza tra la società civile e le istituzioni, ormai percepite, evidentemente non a torto, come 'altro' dal tessuto sociale.
Valeria Bruccola, Segretaria della Federazione della Provincia di Viterbo Sinistra Italiana-AVS