VITERBO - Cambio al vertice della Prefettura di Viterbo: è Sergio Pomponio il nuovo rappresentante del Governo nel capoluogo della Tuscia. La nomina arriva nell’ambito di una serie di avvicendamenti decisi dal Consiglio dei ministri su proposta del titolare del Viminale, Matteo Piantedosi.
Pomponio prende il posto di Gennaro Capo, in carica dal novembre 2023, che lascia l’incarico per assumere un ruolo di rilievo al Ministero dell’Interno: sarà infatti il nuovo direttore centrale dei Servizi civili per l'immigrazione e l'asilo presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione.
Sergio Pomponio, 62 anni, originario di Avellino e laureato in Giurisprudenza, arriva a Viterbo dopo aver ricoperto il ruolo di prefetto a Lecco dal 2022. La sua carriera nella pubblica amministrazione è iniziata nel 1990 presso la prefettura di Bergamo, dove ha lavorato per oltre due decenni, proseguendo poi con incarichi in diverse sedi italiane, tra cui Lodi, Venezia, Pavia e Parma.
Nel corso della sua esperienza, Pomponio si è particolarmente distinto per l’attività di contrasto alla criminalità organizzata, coordinando il Gruppo interforze per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose nei cantieri delle grandi opere, sia a Lodi che a Bergamo.
Tra gli incarichi ricoperti nel corso degli anni figurano anche quelli di commissario prefettizio in numerosi comuni lombardi – tra cui Mapello, Filago, Arzago, Telgate e Urgnano – oltre a ruoli di vicario del prefetto e subcommissario a Parma, dove ha gestito deleghe complesse legate alla sicurezza pubblica, alle società partecipate e alla cultura.
Oltre alla carriera istituzionale, Pomponio ha avuto un ruolo attivo anche in ambito culturale: ha fatto parte dei consigli di amministrazione della Fondazione Teatro Regio, della Fondazione Teatro Due e della Scuola per l’Europa di Parma.
Con il suo arrivo a Viterbo, il nuovo prefetto porta competenze solide e un’esperienza amministrativa maturata in oltre trent’anni di servizio. Competenze che saranno fondamentali per affrontare le sfide del territorio e garantire continuità nell’azione dello Stato a livello locale.