LUBRIANO - (M.D.L.) La storia è simile a quella di tanti altri piccoli centri: classi che si accorpano, scuole che chiudono per mancanza di iscritti, razionalizzazioni in un’ottica di risparmio ed economicità. Quella della scuola elementare di Lubriano, sulla quale i coniugi Quondam hanno puntato i riflettori, però ha avuto il ''merito'' di riaccendere un dibattito che negli ultimi tempi, forse, si era un po’ appisolato: quello sul futuro dei piccoli centri e sui servizi.
A fare ''scuola'' – usando un gioco di parole – è proprio la storia della famiglia Quondam.
Giorgia e Carlo, 32 anni, decidono di stabilirsi a vivere nel piccolo centro della Tuscia dove la figlia Sofia di 3 anni inizia l’asilo. Il futuro però mostra già all’orizzonte dei nuvoloni e i due genitori scrivono una lettera in cui manifestano tutte le loro perplessità.
''Siamo preoccupati perché qui la scuola elementare chiude. La sede è uno in degli edifici scolastici più curati della provincia ed è presente, oltre all’asilo, solo la classe quinta. Prima di andare incontro a politiche di accorpamento il modello Lubriano stava attirando anche famiglie dei paesi limitrofi''.
I coniugi poi elencano tutte le peculiarità della scuola, fiore all’occhiello per il territorio: dal tempo pieno, alla mensa in loco, dall’adeguamento sismico, alla bellezza dell’edificio ''imponente, situato di fronte alla grande piazza centrale. E’ il cuore pulsante, l’edificio più bello. Perdere anche quello – scrivono -significherebbe uccidere del tutto il paese''.
E poi la riflessione: ''In questi anni dove qui tutti devono attrezzarsi per fronteggiare ondate turistiche, valorizzare i prodotti tipici, creare eventi su eventi, sagre su sagre, degustazioni, feste del vino – scrivono i coniugi Quondam - E’ il momento di ristrutturare case e liberare stanze per aprire il B&B più figo… l’Italia delle piccole realtà sta diventando solo questo. Fuffa e apparenza. L’Italia è il fine settimana rilassante nel borgo di campagna. Bei panorami e buoni odori. La bella Italia che sta chiudendo le scuole ai propri figli. La bella Italia che vive solo guardandosi indietro. Le cose ben fatte sono solo quelle del passato e per questo chiude definitivamente con il futuro. E noi, che scegliamo di resistere nei piccoli borghi, veniamo privati dei servizi essenziali e della nostra identità''.
Una lettera inviata ai giornali e al ministro Fedeli – ''La ricevuta di ritorno – rivela Carlo Quondam – è arrivata proprio oggi (ieri ndr)'' - che dopo l’uscita ieri su Repubblica ha sollevato una serie di reazioni.
''In tanti ci hanno chiamato – racconta Carlo Quondam – siamo stati contattati anche dal sindaco che oggi (ieri ndr) ci ha assicurato che avrebbe discusso la questione in consiglio comunale''.
''Sono due anni che alle famiglie di Lubriano non viene data l’opzione di scelta per la scuola elementare del posto – continua Carlo Quondam – e così quest’anno c’è solo la 5 elementare''. Con la chiusura della scuola i bambini non avranno altra scelta che l’elementare di Bagnoregio e a chi fa notare che la distanza tra i due centri è relativa – appena tre chilometri – Quondam fa notare che ''a Lubriano c’è il tempo lungo fino alle 16, a Bagnoregio solo un rientro settimanale'' e poi ribadisce le caratteristiche che fanno della scuola una ''chicca''.
La difesa di Quondam è appassionata e accorata come quella di chi li sostiene. ''Lottate più che potete per la vostra piccola scuola - scrive Francesca S. nei commenti di Repubblica - perdereste l'anima del paese e il diritto allo studio è sacrosanto anche per pochi bambini''.