

ACQUAPENDENTE - L’ultimo Consiglio comunale dell’anno, riunito ieri martedì 30 dicembre, si è concluso in un clima tutt’altro che sereno, trasformandosi in un duro confronto politico. Al centro della scena, ancora una volta, il consigliere Sances e il capogruppo di maggioranza Renato Trapé: entrambi appartenenti alla stessa area politica, ma ormai divisi da posizioni sempre più distanti.
Il motivo dello scontro è stato il dibattito sulla mozione presentata dall’opposizione riguardante il riconoscimento di Israele, un tema già affrontato nelle precedenti sedute e sul quale Sances aveva espresso opinioni nette, spesso in solitudine. Le tensioni sono emerse fin dall’inizio della discussione: mentre Sances prendeva la parola, Trapé lo ha richiamato con tono perentorio, invitandolo a prestare attenzione a ciò che stava per dire. Un intervento che ha subito fatto intuire il clima teso che si respirava in aula.
Dopo l’intervento di Sances, il confronto è degenerato. I due consiglieri, costretti a condividere lo stesso microfono, hanno dato vita a un botta e risposta sempre più acceso. Trapé ha liquidato le parole del collega con un commento sprezzante, definendole “fregnacce”. Quando Sances ha cercato di replicare avvicinandosi al microfono, la situazione è ulteriormente precipitata, con il capogruppo che ha perso il controllo arrivando a urlare una minaccia verbale, frase che ha lasciato sgomenti i presenti e che ha segnato uno dei momenti più bassi del confronto istituzionale.
Sances ha scelto di non alzare i toni, attendendo la fine dell’intervento del collega e spiegando con calma come, data la condivisione del microfono, fosse inevitabile avvicinarsi per poter parlare. Ha quindi chiesto pubblicamente spiegazioni sul perché le sue affermazioni fossero state definite in quel modo. Alla domanda, però, non è seguita alcuna risposta.
A rendere ancora più evidente la contraddizione politica è stato l’esito della votazione: Trapé ha espresso voto favorevole alla mozione dell’opposizione, nonostante le dure parole rivolte poco prima al collega. Un passaggio che ha accentuato la sensazione di una maggioranza attraversata da tensioni profonde.
L’episodio va oltre il singolo scontro verbale e fotografa un conflitto interno ormai strutturale. Sances appare sempre più isolato, ma proprio questa posizione lo rende una figura scomoda, capace di incrinare equilibri consolidati. Il clima di convergenza trasversale che spesso si registra in aula sembra infatti avere come obiettivo quello di contenere una voce fuori dal coro, che con le sue prese di posizione continua a mettere in discussione assetti politici ritenuti, da molti, fin troppo comodi.