


VITERBO - 'Ogni atto di violenza è una ferita che ha conseguenze individuali, sociali ed economiche. Colpisce le persone, ma riguarda l'intera comunità perché mette alla prova i valori su cui si fonda la nostra convivenza'. È questo il messaggio di Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento europeo ed eurodeputata di Fratelli d'Italia/ECR, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. E prosegue: 'Le forme di violenza sono molte: aggressioni fisiche, coercizione psicologica, controllo economico, abusi digitali. Ogni manifestazione nasce da squilibri di potere, stereotipi radicati e modelli culturali che riducono l'autonomia e la libertà femminile. Riconoscere queste dinamiche è il primo passo per contrastarle'.
La vicepresidente evidenzia poi il ruolo dell'Unione Europea, che fonda la propria identità su dignità, libertà ed eguaglianza. 'Nel mio ruolo al Parlamento europeo lavoro per tradurre questi principi in politiche efficaci: prevenzione, sostegno alle vittime, certezza della giustizia'.
Sberna ricorda i progressi compiuti negli ultimi anni, dalla direttiva europea del 2024 contro la violenza sulle donne e quella domestica alle riforme italiane, tra cui l'introduzione del principio del consenso nei reati di violenza sessuale. 'Il centro non è più la resistenza della vittima, ma la libertà della sua scelta. Serve un 'sì' espresso in modo libero e volontario: un criterio chiaro che riduce ambiguità e tutela la dignità della persona'.
Oltre a ribadire il lavoro condiviso con la scuola, con le famiglie e con chi opera nel mondo dell'educazione e dell'informazione, è necessario affrontare anche le nuove forme di abuso che si sviluppano negli spazi digitali: dal cyberstalking alla diffusione non consensuale di immagini manipolate, fino ai linguaggi d'odio online.
'Contrastare la violenza significa difendere il diritto di ogni persona alla propria integrità, alla propria autodeterminazione, al proprio futuro', prosegue Sberna. E conclude: 'A tutte le professioniste e i professionisti che operano nei centri antiviolenza, nelle forze dell'ordine, nei tribunali, nei servizi sanitari ed educativi va il mio ringraziamento. Il loro lavoro dà concretezza alle leggi e garantisce ascolto e protezione a chi ne ha bisogno. La costruzione di una società più sicura non dipende da un singolo atto, ma da un percorso condiviso. Ed è un percorso che possiamo portare avanti solo insieme'.