di Fabio Tornatore
VITERBO - Lunghe, lunghissime ore in attesa di visita, del medico o di un responso, sperando non sia grave. Al pronto soccorso di Belcolle l'attesa dopo il triage si può trasformare in un limbo infinito. Molti sono anziani, costretti ad attendere soli perchè oltre la porta scorrevole non può entrare nessuno altro. Un pronto soccorso costretto ad accogliere buona parte della provincia di Viterbo, vista la chiusura di tutti gli altri nel corso degli anni, e che fatica evidentemente a smaltire le file. 'Molte persone non vengono al pronto soccorso se pensano che non sia grave' spiega un signore.
Una signora di oltre 90 anni è entrata alle 11 di mattina per essere ricoverata alle 2 di notte. Un anziano aveva il cellulare datogli dalla figlia, ma non sapeva rispondere. Per lo più si tratta di codici gialli, quindi non in pericolo di vita. Qualcuno è seduto su una sedia, qualcuno viene fatto adagiare su un lettino. Una giovane arriva verso le 9 di sera per essere visitata alle 2 di notte e dimessa alle 3.
Storie di ordinaria sanità nella provincia di Viterbo, come nel resto della penisola, dove gli ospedali e i pronto soccorso faticano dopo le chiusure dell'ultimo decennio, in attesa delle nuove risorse promesse dal Piano di Ripresa e Resilienza.