ANNO 15 n° 331
Riabilitazione motoria: uno strumento indispensabile per il recupero funzionale
27/11/2025 - 13:07

Con il termine “riabilitazione” si fa riferimento a un insieme di interventi sanitari volti a ottimizzare il funzionamento e a contenere gli effetti di una disabilità temporanea o permanente. Tra le varie forme di riabilitazione, una delle più diffuse è quella motoria, indicata nei casi in cui una condizione clinica abbia compromesso la funzionalità del sistema muscolo-scheletrico.

 

La rieducazione motoria si concentra sul recupero di mobilità, forza, coordinazione ed equilibrio, e rappresenta una componente fondamentale nei percorsi di cura successivi a traumi, interventi chirurgici, patologie ortopediche o malattie neurologiche. Più che un trattamento accessorio, è oggi considerata una parte integrante del processo terapeutico, da pianificare in modo precoce e personalizzato.

Le strutture riabilitative

Nel percorso di recupero delle funzionalità hanno un ruolo fondamentale le strutture per la riabilitazione motoria, ovvero ambienti dotati di spazi e tecnologie adeguate e coordinate da équipe multidisciplinari. Il lavoro congiunto di professionisti con competenze differenti consente di offrire programmi individualizzati, calibrati sulla base delle condizioni cliniche, dell’età, della risposta al trattamento e degli obiettivi funzionali della persona.

 

Tra le figure più frequentemente coinvolte troviamo fisiatri, ortopedici, fisioterapisti, infermieri e operatori socio-sanitari, ognuno con un ruolo specifico all’interno del progetto riabilitativo. L’approccio è sempre centrato sulla persona e orientato alla continuità del percorso, con un monitoraggio costante dei progressi.

Riabilitazione motoria: per chi è indicata?

In linea generale, la riabilitazione motoria è indicata per tutti quei pazienti che hanno subito un danno che compromette i movimenti, la forza o la coordinazione.

 

Vi si ricorre, per esempio, nei casi di persone che hanno subito un trauma di tipo ortopedico: frattura, lussazione o distorsione; casi molto frequenti sono quelli degli sportivi.  

 

Vengono sottoposti a riabilitazione motoria anche le persone che hanno subito interventi di protesi di anca, protesi di ginocchio, chirurgia alla spalla, alla caviglia o al tendine di Achille o interventi chirurgici per la ricostruzione dei legamenti (per esempio, la ricostruzione del legamento crociato anteriore) o, comunque, altre operazioni chirurgiche che hanno determinato una limitazione della mobilità.

 

La riabilitazione motoria è importante anche per il mantenimento e il recupero delle funzioni che si stanno indebolendo a causa di malattie croniche, per esempio quelle di tipo reumatologico.

Dopo quanto inizia la riabilitazione motoria? E cosa prevede?

Nella maggior parte dei casi, il percorso di riabilitazione inizia in tempi piuttosto brevi, per esempio nel giro di 24-48 ore e, comunque, entro la prima settimana dall’evento che ha determinato la limitazione funzionale. Un avvio precoce consente di ridurre il rischio di complicanze, prevenire la rigidità articolare e contenere la perdita di forza e massa muscolare.

 

Il trattamento viene definito in base a una valutazione clinica approfondita, che tiene conto della gravità del quadro, dell’età e delle condizioni generali della persona. Tra le tecniche impiegate rientrano:

  • esercizi passivi (guidati dal terapista) e attivi (svolti dal paziente);
  • rieducazione propriocettiva, per il recupero del controllo motorio;
  • terapie manuali, come mobilizzazioni o massaggi;
  • terapie strumentali, come TENS, tecarterapia, laserterapia o ultrasuoni.

 

I tempi di recupero sono variabili e dipendono da molteplici fattori, tra cui la risposta individuale, la complessità del caso e l’aderenza al programma riabilitativo definito dai professionisti.

 






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