ANNO 14 n° 120
Revocati i domiciliari all'imprenditore 37enne
Ridimensionata la sua posizione
04/08/2015 - 10:40

VITERBO - Operazione Sbiff, ritirata la misura degli arresti domiciliari per un imprenditore viterbese 37enne. Per lui rimane la misura dell’obbligo di firma. In sostanza il Tribunale del Riesame ha ridimensionato la posizione dell'imprenditore. 

Da quanto emerso dall’inchiesta gli albanesi erano soliti contattarlo e raggiungerlo presso il suo domicilio a Roma per acquistare cocaina di qualità. Questo è quanto emerso nell'ambito dell'operazione Sbiff sulla posizione dell'imprenditore viterbese, impegnato nel ramo della vendita di automobili e indagato in passato per evasione fiscale.

L'uomo era uno dei fornitori della banda, i cui vertici erano stranieri. In manette sono finite in totale sedici persone: 13 albanesi, un rumeno e due italiani. Per l'imprenditore 37enne sono scattati gli arresti domicliari.

In carcere si trova invece l'altro italiano coinvolto, il medico quarantaduenne Massimiliano Palmerini, che esercitava la professione a Terni. Come l'imprenditore era solito incontrarsi di tanto in tanto con esponenti della banda per vendere loro cocaina. Metteva inoltre a dispozione del gruppo un casale nel viterbese che veniva usato per effettuare il taglio delle dosi.

L'operazione, cha visto gli uomini dell'Arma impegnati sul territorio di Viterbo, Roma, Amelia, Perugia e Agropoli, ha portato allo smantellamento di un'organizzazione dedita allo spaccio all'esterno dei locali notturni del viterbese, soprattutto night e discoteche.

Le indagini erano partite lo scorso luglio da un bar di Bagnaia, trasformato da tre fratelli albanesi nel centro operativo della banda. I tre, tra l'altro, erano stati protagonisti di episodi di minacce ed estorsioni a danno dei titolari del locale.

Settanta i grammi di cocaina sequestrati, insieme a oltre duemila euro in contanti provenienti dall'attività illecita. Circa 30/35 persone sono state identificate e segnalate all'Ufficio Territoriale del Governo come assuntori.

La banda agiva con un modus operandi particolare: per paura di controlli, portavano con sé quantitativi minimi di droga. Una volta venduti, incentivavano gli acquirenti a consumarli immediatamente, all'esterno dei locali o sulle loro stesse auto parcheggiate all'esterno. Sempre per evitare le forze dell'ordine, avevano in tasca soltanto piccole cifre in denaro. La maggior parte dei contanti venivano lasciati in custodia a terze persone, spesso sotto minaccia.





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