ANNO 14 n° 118
Raffica di furti, il primo colpo alla chiesa di Vignanello: rubarono ostie e abiti talari
Ai domiciliari tre ragazzi di Marta e Vignanello: una quindicina di episodi in quattro mesi
15/03/2020 - 07:49

VITERBO - Puntavano a rubare spiccioli e monete. Piccoli furtarelli dall'esiguo bottino, da mettere a segno uno di fila all'altro. E che per settimane, nei mesi scorsi, hanno fatto gridare all'allarme sociale diversi centri del viterbese. 

A finire agli arresti domiciliari ieri mattina tre giovanissimi di 27 e 20 anni, residenti a Marta e Vallerano: secondo gli inquirenti e la procura .che ieri ha disposto la misura cautelare, sarebbero loro gli autori della raffica di furti che tra settembre e dicembre hanno preso di mira distributori automatici di bevande, distributori di benzina, bar, supermercati, negozi di bigiotteria e persino una chiesa. 

Il primo colpo, quello all'interno della chiesa di San Sebastiano a Vignanello, dove i giovani avrebbero rubato ostie, abiti talari, paramenti e oggetti sacri. A lanciare l'allarme in quel caso fu il parroco del paese, Don Roberto Baglioni dalla sua pagina Facebook: ''Hanno portato via il Signore'' scrisse in un lungo post. 

''Una volta sfondata la porta di ingresso - aveva spiegato il sarcedote, presente al sopralluogo assieme ai carabinieri - sono andati dritti al tabernacolo, scardinando e staccando di netto lo sportello, per sottrarre una pisside piena di ostie e la teca contenente anche l'Ostia magna utilizzata per l'Adorazione''.

Da quel momento, una quindicina di furti. Tutti denunciati alle autorità. Tutti riconducibili ai tre ragazzi, che da ieri sono agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Sono indagati per concorso di furto aggravato.

Del bottino accumulato a seguito dei numerosi furti, sono stati ritrovati solamente i paramenti sacri sottratti a Vignanello. Lo scorso 14 dicembre, all'interno dell'abitazione di uno dei tre ragazzi, i carabinieri ritrovarono un borsone pieno della refurtiva, prontamente riconsegnata al parroco. 

Per i soldi asportati dalle macchinette automatiche e dai distributori, non ci sarebbe stato invece nulla da fare: ''Si trattava di monete, spiccioli. E' stato impossibile recuperarli'' sottolineano gli inquirenti.  





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