ANNO 15 n° 335
Qualità della vita: peggiora la provincia di Viterbo che scende al 71° posto
Un dinamismo economico crescente cozza con le difficoltà di reddito, trasporti, natalità e offerta culturale: per molti giovani e famiglie la Tuscia resta poco attrattiva
01/12/2025 - 15:41

VITERBO - La 36ª edizione dell’indagine annuale sulla qualità della vita diffusa da Il Sole 24 Ore restituisce un quadro complesso per la Provincia di Viterbo. Dopo un 2024 in risalita — che aveva portato la Tuscia al 66° posto su 107 province — la graduatoria 2025 segna un passo indietro: si scende fino al 71° posto. Il territorio appare sempre diviso tra un tessuto imprenditoriale in ripresa e problemi strutturali che penalizzano la vivibilità quotidiana.

Un’economia che tenta di ripartire, ma con stipendi bassi

Tra i pochi segnali positivi c’è il comparto “affari e lavoro”, dove la provincia segna una performance migliore rispetto ad altri ambiti, grazie a una crescita nel numero di imprese e start-up che testimonia una voglia di ripartenza. Tuttavia, questo dinamismo non si traduce in un sostanziale miglioramento per i salari: il reddito disponibile per famiglia rimane basso. Secondo un recente studio, la Tuscia registra un reddito pro capite medio di circa 18.872,10 euro, dato che colloca la provincia nella fascia medio-bassa delle graduatorie nazionali.

La bassa retribuzione limita la capacità di spesa delle famiglie e rende più fragile il benessere economico complessivo, vanificando in parte gli effetti positivi legati alla ripresa imprenditoriale.

GRADUATORIA SOLE 24 ORE

Demografia in crisi e un territorio che invecchia

Uno degli aspetti più preoccupanti riguarda la demografia. La Provincia di Viterbo — come molte aree interne — vede un progressivo calo del numero di giovani: negli ultimi anni si è registrata una perdita significativa di residenti tra i 15 e i 35 anni, segno di un fenomeno migratorio verso altri territori in cerca di maggiori opportunità.

Contemporaneamente, l’età media si è alzata: secondo dati recenti, l’età media è cresciuta fino a circa 48 anni e la quota di over-65 ha superato il 25% della popolazione.

Una struttura demografica sbilanciata che pesa su servizi, mercato del lavoro e prospettive future.

Servizi, ambiente e tempo libero: le lacune che pesano

Nonostante alcune eccellenze ambientali — la Tuscia vanta buone performance su fonti rinnovabili e potenziale naturale — la qualità dei servizi urbani e delle infrastrutture resta insufficiente. Trasporti pubblici, mobilità, servizi per i giovani e infrastrutture culturali sono tra i punti più critici, con la provincia che si colloca nelle retrovie per opportunità di tempo libero, sport e cultura.

In particolare, per la fascia giovanile (18-35 anni) la situazione appare difficile: le opportunità scarse promuovono una forte spinta all’emigrazione verso aree più dinamiche, e la percezione di mancanza di prospettive incide sulla decisione di restare o andare via. Un paradosso di luci e ombre

In sintesi, la Provincia di Viterbo oggi vive un “paradosso da doppia velocità”: da un lato una crescita — seppur lenta — di imprenditorialità e imprese; dall’altro una realtà socio-economica che fatica a garantire stabilità, servizi e opportunità ai suoi abitanti. Il risultato è una classifica di qualità della vita che peggiora, e un futuro che molti giovani vedono altrove.

Per invertire la rotta serviranno interventi seri: politiche per incentivare nuovi redditi, servizi per famiglie e giovani, infrastrutture di trasporto e cultura, insieme a una strategia che valorizzi le potenzialità del territorio senza trascurarne le fragilità.






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