ANNO 14 n° 119
Processo al ''guru'', in aula è scontro tra il maestro Lino e la sua accusatrice
La mamma che ha sporto denuncia si è costituita parte civile
13/01/2022 - 10:38

di Andrea Stefano Marini Balestra

VITERBO - Dopo un’indagine condotta dal sostituto procuratore Paola Conti che ha raccolto oltre 2500 atti e una movimentata udienza preliminare la scorsa primavera, ieri, davanti al collegio del Tribunale presieduto dalla ''maestro Lino'', al secolo Pasquale Gaeta. L'uomo, secondo l'accusa, avrebbe esercitato presso la comunità che aveva fondato, condotte penalmente rilevanti quali, abusi sessuali, maltrattamenti e plagio nei confronti dei suoi adepti.

L’imputato è stato fatto allontanare dall'aula dopo uno scambio di battute con Virginia Adamo, madre di una delle giovani che si assume siano state soggiogate dal guru nel suo studio di Acquapendente. La signora Adamo gli ha detto che per le sua attività dovrebbe finire all’inferno al che il Gaeta gli ha risposto per le rime. Non si è andati oltre per l’intervento dell’avv. Dionisi che ha allontanato la donna sua assistita.

Tornando alla cronaca risulta dagli atti che Gaeta aveva attivato ad Acquapendente attivato una comunità denominata QNEUD (Questa non è una democrazia) nella quale erano stati accolti seguaci sui quali, secondo l'accusa, sarebbero stati praticati atti particolarmente bizzarri, ritenuti utili per purificarsi interiormente. Ci cadde una giovane, la figlia della signora Adamo, che presentò la prima denuncia che dette origine alle indagini. Secondo la tesi della donna, sua figlia, per effetto del ''trattamento psicologico'' praticato da Gaeta ne ha perduto i rapporti ed ancora oggi, questa, nonostante abbia 27 anni, sarebbe soggiogata tant’è che non partecipa al processo come persona offesa.

La prima udienza dibattimentale, come da rito, è per la richiesta delle prove, quindi, quelle richieste dalla Procura, dalla Parte offesa e della Difesa.

Nel processo si sono costituiti parte civile la signora Adamo, un’altra ragazza ritenutasi vittima e l’Ordine dei psicologi del Lazio. Il difensore dell’imputato, l'avvocato Barbaranelli ha contestato l’ammissione a parte civile della Adamo, non parte offesa, e quella dell’Ordine dei psicologi perché non direttamente danneggiato.

Pronta la replica dell’avvocato Dionisi, difensore della Adamo, che sulla base della relazione del perito di parte il criminologo Sergio Caruso, ha confermato che proprio la perdita dell’affezione filiale, rappresenta danno per un genitore.

Il collegio ha quindi ammesso le prove testimoniali richieste dalle Parti.

Ben venti i testi della difesa, sei quelli dell’altra seguace vittima costituita parte civile, quaranta quelli della Procura ed addirittura cinquantaquattro quelli della signora Adamo.

Un maxiprocesso in arrivo, quindi. Dalla prossima udienza del 20 luglio sfileranno i primi testi, poi nelle successive udienze del 21 settembre poi 5,19 ottobre gli altri.





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