ANNO 15 n° 351
Presentato il ricorso al Prefetto di Viterbo per la questione della signora disabile e suo figlio senza residenza
L’associazione A.c.d.c.: “L‘amministrazione comunale non dovrebbe eccedere nell’esercizio del suo potere e dovrebbe fungere da garante dei diritti'
17/12/2025 - 16:58

BASSANO ROMANO, L'associazione A.C.D.C. al corrente della vicenda dei due concittadini, di cui una disabile di 94 anni, a cui è stata tolta la residenza in circostanze poco chiare, informa i cittadini che la vicenda giudiziaria prosegue con il ricorso al Prefetto di Viterbo e invita a conoscere le modalità di azione in casi simili a questo presso l’indirizzo e-mail dell’associazione. Il consulto è gratuito e senza vincolo. Nel tempo, l’associazione tramite il lavoro legale ha trovato vizi di forma e falsificazioni che preoccupano, o per lo meno che dovrebbero preoccupare i cittadini incantati, i quali farebbero meglio a pretendere una concreta trasparenza dalle istituzioni che dovrebbero applicare le regolamentazioni in virtù della difesa della dignità e della solidarietà umana.

Così si esprime l’associazione: “La circolare n. 21 del 5 aprile 1990 dell'ISTAT cita che “le cancellazioni per irreperibilità dei cittadini italiani o stranieri devono essere effettuate quando sia stata accertata la irreperibilità al loro indirizzo da almeno un anno e non si conosca l’attuale loro dimora abituale.” Voler misconoscere che i cittadini sono presenti sul suolo italiano richiama il falso ideologico! Entrambe le amministrazioni protagoniste di questa faccenda erano ufficialmente a conoscenza di dove poter effettuare le notifiche ai signori. Non vi è dunque irreperibilità quando sia noto! Che il prefetto non si accorga delle incongruenze?! Ricordiamo che la cancellazione per irreperibilità comporta: la perdita del diritto di voto (per i cittadini italiani); l'impossibilità di ottenere la certificazione anagrafica e i documenti di riconoscimento; la perdita all'assistenza sanitaria. Dunque, trattandosi di diritto soggettivo fondamentale devono essere rispettate tutte le regole previste dalle normative, come l’articolo 11 del regolamento anagrafico (D.P.R. 223/1989) che dispone che “la cancellazione dall’anagrafe della popolazione residente viene effettuata…quando, a seguito di ripetuti accertamenti opportunamente intervallati, la persona sia risultata irreperibile” e non che si tolga la residenza da un giorno all’altro e la si lasci scoprire per puro caso. Confidiamo che il lavoro del prefetto applichi il rispetto della norma e dia un finale positivo a questa storia di pirandelliana memoria.

L‘amministrazione comunale non dovrebbe eccedere nell’esercizio del suo potere e dovrebbe fungere da garante dei diritti, preoccupandosi di rilevare gli ostacoli alla legittimità che separano i cittadini dal degrado dell’illegalità. Per tali motivi l’associazione richiama all’attenzione la cittadinanza e la sollecita a conoscere le leggi per tutelarsi dalle interferenze della pubblica amministrazione”.






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