di Andrea Stefano Marini Balestra

MARTA - In tribunale di Viterbo, davanti al presidente f.f. Turco, si trascina il processo a carico di Lucia Catanesi, ex sindaco, Maurizio Lacchini, attuale sindaco e Giacomo Scatarcia responsabile dell’ufficio tecnico di Marta accusati dal pm Siddi di violazioni alle norme ambientali e falso ideologico.

L’inchiesta parti perché nel 2016 una delibera di giunta, presa all’unanimità, previde per la stagione estiva l’assegnazione di “posto barca” (circa 200) nel bacino del Porto nel quale la Regione Lazio aveva svolto lavori idraulici volti a regolare l’afflusso delle acque del lago nel fiume Marta.

Secondo la Regione Lazio, l’opera era appunto un’opera idraulica che escludeva ogni altra utilizzazione, mentre per il Comune, forte della circostanza che sempre in passato il bacino aveva funzionato come porto turistico, concesse l’autorizzazione e di conseguenza, come nel passato, un’assegnazione ”posto barca” nel lato a monte del bacino. Del resto, richieste di informativa sul punto rivolte dal Comune alla Regione, erano rimaste inevase.

Intervenne però, la Guardia di finanza che provvide al sequestro del Porto nel 2018, la successiva denuncia, il rinvio a giudizio di oltre dieci persone ed oggi quindi il processo.

L’ultima udienza lo scorso 2 novembre nella quale sono stati ascoltati come testi i periti di parte degli imputati assistiti dagli avvocati Massatani, Labate e Mezzetti i quali hanno confermato, proprio per la presenza di cartelli indicatori nel cantiere che l’opera era “polivalente”, quindi, ammesso un uso quale porto turistico, tant’è che l’impresa regionale che compì i lavori dotò le banchine di punti di attracco, colonnine per erogazione energia elettrica ed acqua, altrimenti state incompatibili per diverso uso del bacino.

I testi dell’accusa in precedenti udienze avevano detto il contrario, con argomentazioni varie e disunite.

La prossima udienza il 7 dicembre.