ANNO 15 n° 322
Picchia un uomo a sprangate e invia il video per intimidire un altro: processo in salita, le vittime lo difendono
Il pestaggio avvenuto in via Cardinal La Fontaine nel 2022: il trentenne romeno č imputato per spaccio, tentata estorsione e lesioni aggravate. Le due presunte vittime ritrattano in aula
18/11/2025 - 09:16

VITERBO – Si complica il processo a carico del trentenne romeno accusato di aver picchiato con una mazza da baseball un egiziano, riprendendo tutto in un video poi inviato a un connazionale per intimidirlo. Nel dibattimento, apertosi ieri davanti al collegio presieduto dal giudice Jacopo Rocchi, le due presunte vittime – entrambe con precedenti penali – hanno fatto di tutto per alleggerire la posizione dell’imputato, rimettendo la querela e parlando di “amicizia” nonostante la violenza documentata dalle immagini.

I fatti risalgono al tardo pomeriggio del 27 novembre 2022 e si sono consumati in un’abitazione di via Cardinal La Fontaine, nel centro storico. A intervenire furono la polizia e i sanitari del 118.

Gli agenti, partendo dal video del pestaggio, risalirono rapidamente all’imputato: nella sua casa trovarono la mazza da baseball utilizzata nel filmato, 32 grammi di sostanza da taglio e 0,3 grammi di cocaina, quest’ultima scoperta il giorno successivo nascosta nel controsoffitto illuminato dell’appartamento.

Sentito in collegamento dal carcere di Velletri, l’egiziano aggredito ha raccontato una versione che tende a minimizzare i fatti:

«Ero a casa sua, era ubriaco e pretendeva i soldi per il divano nuovo perché gliel’avevo bruciato fumando uno spinello. Mi ha menato, sono finito in ospedale, ma in un paio di settimane sono guarito. Siamo amici.»

Anche il secondo uomo, quello che ricevette il video con chiaro intento intimidatorio, ha ridimensionato la vicenda parlando di un semplice prestito di 150 euro da restituire: «Mi aveva aiutato quando avevo lasciato il lavoro, poi gli servivano i soldi e li voleva indietro.»

Il pubblico ministero Flavio Serracchiani ha però ricordato che agli atti non ci sono soltanto le immagini del pestaggio, ma anche cinque messaggi minatori in romeno, con frasi come: “Ci vediamo tra poco, mando i ragazzi a casa tua e non vi salvate nessuno”, “Sto video domani lo vedono tutti”, “Non mi bastano più i tuoi soldi, manco mille euro”.

Messaggi che, secondo l’accusa, delineano un quadro di pressione e intimidazione ben più grave delle spiegazioni fornite dalle due parti offese.

La discussione è stata rinviata a dicembre, per permettere al pm di confrontare in modo approfondito il materiale probatorio con le nuove versioni offerte in aula. Sul tavolo, per l’imputato, rimangono le accuse di spaccio, tentata estorsione e lesioni aggravate.






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