ANNO 15 n° 208
Pendolari del Centro Italia verso il binario morto: il rischio isolamento fa scattare la mobilitazione
Delibera ART taglia i treni regionali dalla Direttissima Roma–Firenze
27/07/2025 - 09:48

ORTE  - Il Centro Italia rischia l’isolamento ferroviario. A lanciare l’allarme sono i Comitati dei Pendolari di Umbria e Lazio, preoccupati per gli effetti della Delibera n. 178/2024 dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), che a partire dal 1° gennaio 2026 escluderà i treni regionali con velocità inferiore ai 200 km/h dalla linea Direttissima Roma–Firenze.

Una scelta che, se confermata, costringerebbe i convogli a deviare sulla linea lenta, con conseguenze pesanti su tempi di percorrenza, puntualità e qualità del servizio per migliaia di utenti quotidiani.

Il provvedimento ha innescato una forte mobilitazione trasversale, con una serie di iniziative promosse da comitati, amministrazioni locali e rappresentanti politici per chiedere una revisione immediata della delibera. Tra gli appuntamenti principali:

Foligno, 27 giugno: incontro pubblico promosso dall’on. Emma Pavanelli (M5S) e dall’assessore umbro Francesco De Rebotti, con annuncio di un’interrogazione urgente al Ministro Salvini.

Orvieto, 28 giugno: confronto tra amministratori e pendolari con l’assessore De Rebotti.

1° luglio: sindaci di Umbria, Lazio e Toscana in viaggio simbolico sulla linea lenta, per consegnare una lettera a RFI.

Roma, 9 luglio: pendolari invitano i rappresentanti istituzionali a sperimentare i disagi reali sulla tratta Roma Tiburtina–Orte.

Viterbo, 17 e 21 luglio: consigli provinciale e comunale straordinari aperti ai comitati.

Terni, 21–22 luglio: evento “LINEA LENTA”, con partecipazione di cittadini, imprenditori e istituzioni.

Il presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi, ha scritto direttamente a MIT, ART, Presidenza del Consiglio e Corte dei Conti chiedendo un incontro urgente per evitare, come definito da lui stesso, “conseguenze catastrofiche”, con oltre 50 milioni di euro di investimenti pubblici regionali a rischio.

Secondo quanto riportato da Ferrovie.info il 24 luglio, l’ART ha avviato interlocuzioni con RFI, Trenitalia e Regioni, ma non esistono ancora provvedimenti ufficiali o deroghe alla delibera. Il tempo stringe, e senza un intervento politico risolutivo, dal 2026 i pendolari si troveranno con un servizio più lento, meno frequente e inaffidabile, con effetti devastanti per l’intero tessuto sociale ed economico dell’Appennino centrale.

A peggiorare la situazione, si aggiungono interventi infrastrutturali già in corso o previsti:

Lavori sulla linea Terni–Roma (11 agosto–6 settembre 2025): interruzione completa della tratta e, a oggi, nessuna comunicazione ufficiale su eventuali bus sostitutivi.

Orte–Attigliano–Viterbo: lavori straordinari dal 1° luglio al 31 agosto 2025 stanno già causando ritardi, cambi di mezzo e disservizi quotidiani.

Tutto ciò si somma a una situazione già precaria fatta di ritardi cronici, convogli sovraffollati, aria condizionata guasta, treni obsoleti e mancanza di orari certi, elementi che condizionano in modo drammatico la vita dei pendolari, con impatti su lavoro, famiglia e salute.

I pendolari chiedono interventi immediati su più fronti:

Deroga alla delibera ART fino all’introduzione dei nuovi treni ETR 108 già acquistati;

Tavolo tecnico-politico permanente tra Governo, Regioni, Trenitalia, RFI e ART;

Tutela degli investimenti pubblici e garanzia del diritto alla mobilità;

Piano di trasporto alternativo chiaro e funzionale per l’interruzione estiva 2025.

Il rischio è concreto: l’intero Centro Italia potrebbe essere penalizzato nella mobilità ferroviaria, con impatti su economia, turismo, ambiente e tenuta sociale. I pendolari sono pronti a non fermarsi finché non arriveranno risposte serie e soluzioni operative.






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