ANNO 14 n° 119
''Palio sant'Anselmo, una morte annunciata''
Scrive ancora Paola Re, che aveva già protestato contro la manifestazione
29/04/2015 - 00:01

Riceviamo e pubblichiamo

Alcuni giorni fa scrissi per protestare contro la corsa di cavalli all'imminente Palio di Sant'Anselmo. Come si legge sul sito web del Comune di Bomarzo ''L'evento clou dei festeggiamenti è il Palio, una corsa di cavalli con fantino...''. Ora possiamo affermare con certezza che l'evento clou dell'appena trascorsa festa è stata la morte del cavallo Quintana e in aggiunta il ferimento di un altro cavallo e di due fantini durante la famigerata corsa.

Ho visto l'immagine agghiacciante dell'incidente e ho provato un misto di dolore e rabbia proprio perché chi protesta contro queste corse è consapevole dell'alto rischio a cui sono sottoposti quei disgraziati animali, inconsapevolmente, e i fantini, consapevolmente.

Credo che questa edizione del Palio di Sant'Anselmo non si debba dimenticare, anzi, credo che questa tragica corsa debba restare nella memoria storica di chi l'ha organizzata e di chi ne è responsabile. Spero che non funzioni affatto quel meccanismo di rimozione che spesso ci fa sopravvivere a dolori e lutti che ci colpiscono. Sarebbe troppo comodo dimenticare e ricominciare tutto da capo. Il ricordo di questo cavallo morto dovrebbe perseguitare la memoria di Bomarzo e, dato che il miglior modo di ricordare i morti è occuparsi dei vivi, gli organizzatori dovrebbero occuparsi dei cavalli che sono ancora vivi, risparmiando loro questa tragedia nelle prossime edizioni.

La conta dei morti al palio è impressionante: Siena (49 cavalli morti dal 1970 a oggi), Asti (11 cavalli morti dal 2003 a oggi), e poi Ferrara, Buti, Ronciglione, Perugia, Savigno, Belpasso, Piazza Armerina, Acate, Feltre, Fucecchio, Servigliano, Floridia, Sedilo, Pistoia. Palio che vai, cavalli morti che trovi.

Se da una parte mi addolora vedere incidenti in cui muoiono animali, dall'altra mi turba vedere il pubblico (tra cui bambini e bambine) che assiste festante, avvolto in un'atmosfera di 'panem et circenses' che riporta la società indietro di secoli. Che si tratti di cavalli, asini, oche, maiali e qualsiasi animale che corre in un palio, per me non ha mai fatto differenza: quella corsa innaturale e insensata mi ha sempre messo addosso un'inquietudine che non sono mai riuscita del tutto a comprendere e a giustificare. Nel caso dei cavalli, l'aggravante è che si scatena una tale velocità nella corsa da causarne facilmente la morte o il ferimento.

La scorsa estate sono morti due cavalli alla Giostra dell'Orso di Pistoia e il sindaco ha dichiarato: ''La manifestazione, così com'è, non continuerà. Le numerose nuove normative introdotte non sono state sufficienti a garantire la sicurezza di cavalli e fantini. Occorre una riflessione seria e approfondita dell'intero consiglio comunale e di tutta la città... La decisione nasce da motivi compassionevoli''. Invito il sindaco di Bomarzo a seguire questo esempio, a riflettere sull'abolizione della corsa dei cavalli almeno fino alla fine del mandato della sua amministrazione, e farsi pioniere di una battaglia per l'abolizione delle corse di cavalli trasformando le celebrazioni storiche in feste serene e gioiose senza sfruttamento animale.

Soprattutto vorrei che crescesse ovunque la consapevolezza dei diritti animali portando sempre più persone a disertare questi spettacoli retrogradi e anacronistici, baracconi di una società specista che non ha più ragione di esistere.

Paola Re





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