VITERBO - A seguito dell'incendio che ha devastato la palazzina del blocco B della Facoltà di Agraria dell'Università della Tuscia il 4 giugno scorso, la pubblica accusa ha disposto il dissequestro dell'edificio. Lo ha deciso la pm Paola Conti nella mattinata del 12 settembre, autorizzando la rimozione dei sigilli e consentendo l'accesso alla struttura. Tuttavia, le indagini continuano senza sosta e non si è ancora giunti a conclusioni definitive. Rimangono sotto sequestro alcuni materiali cruciali, tra cui i quattro estintori rinvenuti sul tetto, punto in cui si sospetta abbia avuto origine il rogo.
L'incendio, che ha causato danni ingenti tra i 10 e i 15 milioni di euro, è ancora oggetto di un'inchiesta per incendio doloso. Gli agenti della squadra mobile sono al lavoro, ma finora non sono stati iscritti nomi nel registro degli indagati. La perizia tecnica, condotta dall'ingegRodolfo Fugger, dovrà chiarire le cause e le dinamiche che hanno contribuito alla rapida diffusione delle fiamme.
Le indagini si concentrano su diversi elementi: una bombola del gas ritrovata distrutta, una tenda ombreggiante che potrebbe aver innescato il fuoco e un lucernario in plexiglass crollato, che ha trasformato il vano scala in un cammino per il fumo e le fiamme. Le verifiche sulla sicurezza dei lavori in corso sono state affidate anche ai vigili del fuoco, all'ASL e all'Ispettorato del Lavoro, che stanno esaminando la regolarità delle operazioni di cantiere.
L'incidente ha avuto un impatto devastante non solo sulle strutture, ma anche sul patrimonio accademico, con la perdita di ricerche e documenti importanti per l'ateneo.