


VITERBO – Condanna a un anno di reclusione per Domenico Sacconi, otorinolaringoiatra in pensione, accusato di aver utilizzato timbri e ricettari appartenenti a colleghi medici per prescrivere apparecchi acustici con oneri a carico del servizio sanitario. Il tribunale di Viterbo, presieduto dal giudice Francesco Oddi, ha ridimensionato l’impianto accusatorio iniziale, riqualificando il reato da peculato a furto aggravato e assolvendo l’imputato dalle accuse di truffa e falso.
La procura aveva chiesto una condanna a tre anni, sostenendo che tra il 2019 e il 2021 Sacconi, nonostante fosse già in pensione, avrebbe continuato a redigere prescrizioni mediche utilizzando timbri e ricettari di altri specialisti: non solo otorini, ma anche oculisti, ginecologi e tecnici audiometrici. Secondo l’accusa, le prescrizioni avrebbero consentito ai pazienti di ottenere protesi acustiche con costi a carico della Asl.
Nel corso del processo è emerso che i timbri apposti sui documenti contestati corrispondevano effettivamente a quelli dei medici convocati in aula come testimoni. Tuttavia, questi ultimi hanno negato di averli mai smarriti o ceduti, spiegando però che spesso venivano conservati in luoghi non sempre protetti: dalle stanze dei medici negli ospedali a cassetti e scrivanie negli studi privati, accessibili anche ad altri colleghi.
Durante il dibattimento, la Asl ha deciso di revocare la costituzione di parte civile, dopo aver raggiunto con l’imputato, difeso dall’avvocato Giovanni Labate, un accordo transattivo per il risarcimento dei danni. Una scelta che ha inciso sull’esito finale del procedimento, sfociato in una condanna più contenuta rispetto alle richieste iniziali dell’accusa.
Resta comunque accertata, secondo i giudici, la responsabilità dell’otorino per l’utilizzo indebito del materiale sanitario, fatto che ha portato alla condanna per furto aggravato.