ORTE - Un tempo serviva a far passare i treni, oggi è l’unico riparo che hanno. Da dieci anni, un ex casello ferroviario alla periferia di Orte è diventato la casa di Italo Bertin e di sua moglie. Un’abitazione semplice, modesta, che hanno cercato di sistemare nel tempo per renderla un rifugio dignitoso.
Italo è invalido al 100% e sta affrontando un duro ciclo di chemioterapia. Sua moglie, anche lei con un’invalidità al 75%, riesce a racimolare qualche euro lavorando saltuariamente come donna delle pulizie a Roma, poche ore alla settimana. Insieme vivono con una pensione mensile di circa 300 euro.
A peggiorare la situazione, ora è arrivata la notifica di sfratto esecutivo, con scadenza fissata per il 12 dicembre. Una notizia devastante per chi, come loro, non ha alcuna alternativa concreta. Qui hanno la residenza, le utenze ed è l'unico posto che possono chiamare casa.
Nonostante ripetute richieste per un alloggio popolare e l’appello inviato direttamente al sindaco, la coppia non ha ancora ricevuto alcuna risposta. Intanto, la scadenza si avvicina e la paura cresce. Senza un intervento concreto le possibilità di finire in strada divengono sempre più realtà.