ANNO 15 n° 293
Olivicoltura in crisi nella Tuscia: produzione giù fino al 70%
La campagna 2025 soffre in quantità ma mantiene alta la qualità dell’olio
Serena
20/10/2025 - 02:04
di Serena D'Ascanio

VITERBO - La stagione della raccolta delle olive è iniziata, ma nella Tuscia la campagna olivicola 2025 si presenta tra luci e ombre. Dopo mesi di piogge intense, vento forte e sbalzi termici improvvisi, molti oliveti locali hanno subito danni significativi. A complicare la situazione ci sono stati anche parassiti come la mosca olearia e la temuta cimice asiatica, che hanno accelerato la caduta dei frutti e ridotto drasticamente la produzione.

Secondo Sergio Del Gelsomino, presidente provinciale della Cia, alcune zone della provincia, cuore dell’olivicoltura laziale, hanno visto cali della produzione tra il 30 e il 40%, mentre in alcune aree del Viterbese si raggiunge un meno 60-70%. Anche la zona di Canino, storicamente tra le più vocate, registra un calo attorno al 40%. “La raccolta è iniziata con quasi venti giorni di anticipo rispetto all’anno scorso. La resa è buona, ma la quantità scarsa inciderà inevitabilmente sui costi e sul prezzo finale dell’olio”, spiega Del Gelsomino.

Nonostante la contrazione produttiva, la qualità dell’olio rimane il vero punto di forza della Tuscia. “Gli agricoltori hanno anticipato la raccolta per salvaguardare il prodotto, rinunciando a qualche punto di resa pur di ottenere un olio superiore. Preferiamo la qualità alla quantità, perché parliamo di un alimento che consumiamo nelle nostre famiglie. L’olio che sarà venduto avrà un prezzo più alto, ma garantirà un’eccellenza autentica”, aggiunge il presidente della Cia.

La stagione olivicola 2025 dunque si presenta difficile sul piano quantitativo, ma conferma la vocazione della Tuscia alla produzione di olio di alta qualità, capace di competere sul mercato nazionale e internazionale anche in anni critici. 






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