VITERBO – Una nuova testimonianza è stata accertata sulla morte del detenuto Andrea Di Nino, il 36enne romano trovato morto nel carcere di Viterbo Mammagialla il 21 maggio 2018. Secondo un supertestimone il detenuto non si sarebbe suicidato nella cella d'isolamento come riportato, ma sarebbe stato vittima di un brutale pestaggio che l’avrebbe poi portato alla morte.
A fare questa rivelazione, considerate attendibili, sarebbe stato Tonino Lazzarini, uno degli otto fratelli di Di Nino tramite ricerche personali. La testimonianza raccolta dall'avvocato Nicola Trisciuglio sembra essere molto chiara e diretta: 'Andrea fu ucciso. Ho visto che, dopo essere entrati in cella, lo hanno portato via morto. Ho sentito che lo pestavano. Andrea piangeva, urlava e chiedeva aiuto', queste le parole di un detenuto che si trovava sullo stesso piano di Andrea.
L'avvocato Trisciuglio il 22 ottobre ha trasmesso gli atti alla procura e al tribunale di Viterbo. Dopo queste nuove rivelazioni si procede per omicidio colposo verso i due sanitari e un agente della polizia penitenziaria che si trovavano con Di Nino, processo che inizierà il 22 gennaio davanti al giudice Jacopo Rocchi.
I fratelli di Andrea a questo punto hanno ritrovato una nuova speranza sui fatti del 2018 e il fratello Tonino Lazzarini ribadisce: 'A Mammagialla nel 2018 fu omicidio. Andrea è stato ucciso, non si è trattato di suicidio'.