ANNO 15 n° 180
“Non siamo intellettuali, ma serviamo la cultura”: parla Alessandro Maurizi
Il fondatore di Ombre Festival racconta l’anima dell’edizione 2025, i grandi ospiti in arrivo e il tributo a Pasolini, “un uomo libero che cercava la verità”.
Andrea
28/06/2025 - 07:40
di Andrea Farronato

VITERBO – “Io so, ma non ho le prove”. È il claim di questa edizione 2025 di Ombre Festival, parole di Pasolini che oggi ispirano Alessandro Maurizi, ideatore e anima della rassegna. A lui, che da anni guida questo appuntamento con passione, si deve l’impostazione di un festival che ha saputo unire temi civili, cultura alta e partecipazione popolare. “Noi non siamo intellettuali - dice Maurizi - siamo operatori culturali, ma ci piace l’idea di fare eventi perché Viterbo ne ha bisogno. Sperando che Ombre arrivi fino al 2033.

Quasi 90 eventi tra incontri, spettacoli, libri, musica e cronaca: il calendario è fittissimo. Tra gli ospiti più attesi: il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e Antonella Sberna, in un dialogo con la giornalista Federica Angeli sul tema della sicurezza; e ancora, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca con una testimonianza sulla Croce Rossa. “Vogliamo che Ombre diventi un punto di convergenza per il dibattito politico internazionale”, aggiunge Maurizi.

Non solo politica: anche teatro, musica e memoria. Il 19 luglio a Piazza San Lorenzo si celebreranno i 40 anni del Live Aid con una serata musicale, mentre il 20 luglio un processo-spettacolo sulla toponomastica tra via Cassia e via Francigena porterà la satira in piazza.

Pasolini - conclude Maurizi - era un uomo che cercava la verità con il cuore e con la testa. Ricordarlo a Viterbo, dove visse i suoi ultimi anni, è un atto necessario”.






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