


VITERBO – Natale è, prima di tutto, tavola. Nel Viterbese la cena della Vigilia e il pranzo di Natale restano due appuntamenti immancabili delle feste. Un’abitudine che resiste al tempo e che quest’anno assume un valore nuovo, anche alla luce del riconoscimento UNESCO della cucina italiana come patrimonio culturale.

Secondo i dati diffusi da Confesercenti, l’84% degli intervistati porterà in tavola almeno un piatto della tradizione per accogliere amici e parenti. Una scelta che si riflette direttamente nel carrello della spesa, dove dominano i prodotti tipici: carni e salumi (16%), olio (15%), dolci (15%) e pesce (14%), seguiti da vini, frutta secca, legumi e formaggi, tutti attorno al 10%.
Per quanto riguarda i primi piatti, la preferenza va senza esitazioni alle ricette “di casa”. Nel 38% dei casi si opterà per pasta alle noci, cannelloni, stracciatella, pasta al forno, lasagne e tortellini: piatti ricchi, legati alla memoria familiare e perfetti per le grandi occasioni.
La differenza tra Vigilia e Natale emerge stà sopratutto nei secondi. A prevalere, nel complesso, è il pesce: il 27% delle famiglie sceglierà un secondo a base ittica, contro il 18% che punterà sulla carne. Baccalà, crostacei, anguilla e frittura mista saranno protagonisti soprattutto la sera del 24 dicembre. Il pranzo di Natale, invece, vedrà tornare in forza i grandi classici della tradizione contadina: agnello, coniglio, pollame, ma anche bovino e suino.
A chiudere il pasto, immancabili i dolci tipici, che restano una voce importante della spesa natalizia e un rito irrinunciabile per le famiglie del territorio.