


VITERBO – Sia alle porte del Natale, un periodo che, come ogni anno, diventa anche una cartina di tornasole per capire lo stato di salute dei consumi e del territorio. È in questo clima che Vincenzo Peparello, presidente di Confesercenti Viterbo, parla di un Natale vissuto con cauto ottimismo.

L’aumento dell’occupazione e l’arrivo delle tredicesime rappresentano una spinta importante, ma non sufficiente a cancellare le preoccupazioni legate al futuro del commercio locale. Il consumatore, ha spiegato Peparello, è ormai sempre più “multicanale”: acquista online, frequenta la grande distribuzione, ma non rinuncia ai negozi di prossimità. Dopo l’anticipo degli acquisti sul web favorito dalle promozioni, l’ultima settimana prima delle feste segnerà un ritorno deciso ai negozi fisici e ai mercatini, scelti dal 62% di chi deve ancora completare i regali, anche per evitare ritardi nelle consegne e ritrovare un rapporto diretto con il commerciante.
Dietro questo segnale positivo, però, resta l’emergenza della desertificazione commerciale. In Italia oltre mille comuni sono ormai privi di negozi alimentari di base e quasi due milioni e mezzo di persone vivono in territori senza nemmeno un supermercato. Una perdita che riguarda anche edicole e librerie e che, secondo Confesercenti, rischia di accelerare lo spopolamento dei centri storici. Le tredicesime, che quest’anno superano i 54 miliardi di euro, saranno in parte assorbite da bollette, mutui e risparmi, limitando l’impatto sui consumi.
Sul fronte delle scelte, emergono segnali legati alla tradizione: tornano i libri sotto l’albero, crescono i regali utili e a tavola vince la cucina tipica, scelta dall’84% degli italiani. Un dato che valorizza la filiera agroalimentare locale e il legame tra cibo, cultura e convivialità.
Temi ripresi anche dagli altri interventi dell’incontro, moderato da Virgilio Gay, che hanno allargato lo sguardo al turismo e alla promozione del territorio. Carlo Marino ha ricordato il valore culturale ed economico della cucina italiana, mentre Antonio Castello ha richiamato l’importanza dei sapori della Tuscia come racconto identitario. Maria Cristina Leardini e Giovanni Bosi hanno infine parlato di come si ormai essenziale il ruolo della comunicazione e del digitale per trasformare queste eccellenze in un sistema capace di attrarre visitatori.