VITERBO - Il bilancio dei primi quattro mesi del 2025 in materia di infortuni mortali sul lavoro in Italia è drammatico, con un aumento complessivo dell'8,6% rispetto all'anno precedente e un totale di 291 decessi. Mentre a livello nazionale la situazione desta forte preoccupazione, con più della metà delle regioni in zona rossa o arancione, la regione Lazio si posiziona in zona bianca, indicando un'incidenza infortunistica inferiore al 75% della media nazionale.
Secondo l'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, che ha elaborato i dati INAIL aggiornati al 30 aprile 2025, sono 211 gli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro e 80 quelli in itinere a livello nazionale. Il commento del Presidente dell'Osservatorio, Mauro Rossato, parla di un 'primo quadrimestre da dimenticare' e di proiezioni pessimistiche per la fine dell'anno.
La regione Lazio, con 13 infortuni mortali in occasione di lavoro, si colloca al 18° posto nella graduatoria nazionale per indice di incidenza sugli occupati, registrando un valore di 5,4 morti ogni milione di occupati. Questo dato la inserisce nella 'zona bianca' del rischio infortunistico, caratterizzata da un'incidenza inferiore al 75% dell'incidenza media nazionale (Im=8,8 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori).
La provincia di Viterbo ha registrato un decesso in occasione di lavoro nei primi quattro mesi del 2025. L'indice di incidenza per la provincia di Viterbo è pari a 7,9 morti ogni milione di occupati e si posiziona al 53° posto nella graduatoria nazionale per province. La provincia di Latina ha registrato 2 decessi con un'incidenza di 9,5 morti ogni milione di occupati. Anche Frosinone ha registrato un decesso, con un indice di incidenza di 17,1.
Nonostante il Lazio si posizioni in 'zona bianca' nei dati più recenti, la realtà sul campo, come denunciato da Giancarlo Turchetti della Uil di Viterbo, è ben più complessa. Per la provincia di Viterbo, il dossier Uil rivela una crescita dell'1,3% negli infortuni nel biennio di osservazione, con 5 decessi lo scorso anno e 6 nel 2023. Preoccupante anche l'escalation delle malattie professionali in Tuscia, passate da 337 denunce nel 2019 a 502 nel 2024, e già 139 nei primi mesi del 2025. Questa tendenza si riflette a livello regionale, dove il Lazio ha registrato oltre 41.000 infortuni nel 2024 e 107 decessi, oltre a quasi 6.000 malattie professionali. Turchetti lancia un appello per maggiori investimenti in formazione, prevenzione e personale ispettivo, chiedendo l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro e una procura speciale per tali reati.
L'analisi dell'Osservatorio Vega Engineering evidenzia un rischio particolarmente elevato per i lavoratori più anziani. L'incidenza più alta di mortalità si registra infatti tra gli ultrasessantacinquenni (19,2) e nella fascia d'età tra i 55 e i 64 anni (14,8). La fascia 55-64 anni è anche quella numericamente più colpita, con 79 decessi su un totale di 211. Preoccupante anche l'incidenza per i più giovani, tra i 15 e i 24 anni (9,6).
Il rischio di morte sul lavoro per i lavoratori stranieri è quasi il doppio rispetto agli italiani, con un'incidenza di 15,5 morti ogni milione di occupati contro gli 8,0 degli italiani. Su 211 decessi in occasione di lavoro, 39 erano lavoratori stranieri. I settori più colpiti a fine aprile 2025 sono le Costruzioni (31 decessi), i Trasporti e Magazzinaggio (30) e le Attività Manifatturiere (29). Il venerdì si conferma il giorno più luttuoso della settimana, con il 21,3% degli infortuni mortali, seguito da lunedì e martedì (entrambi al 20,4%). Nonostante l'aumento dei decessi, le denunce complessive di infortunio (mortali e non) mostrano un lieve calo dello 0,9% rispetto ad aprile 2024, passando da 193.979 a 192.253.