ANNO 14 n° 118
Maltrattamenti all'asilo,
la maestra sospesa a
un anno dalla pensione
25/01/2018 - 05:57

TARQUINIA – (mdl) Una quaranta giorni d’assenza dal lavoro in quaranta anni di servizio, un anno alla pensione. Chi conosce la maestra di Tarquinia, sospesa dal servizio per presunti maltrattamenti nei confronti dei propri alunni, parla di un insegnante al di sopra dei sospetti.

Eppure gli elementi raccolti dalla guardia di finanza di Tarquinia, diretta dal capitano Antonio Petti, nell’ambito dell’indagine coordinata dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Civitavecchia, Andrea Vardaro, e dal sostituto procuratore Alessandra D’Amore, hanno portato all’emissione della misura cautelare interdittiva: per sei mesi la maestra è sospesa dal servizio. In realtà l’iter per arrivare alla misura non è stato così semplice: le indagini sono partite a marzo dello scorso anno, a maggio sono state scattate le intercettazioni ambientali e le videoriprese che, a detta dell’autorità giudiziaria, “hanno permesso di confermare come la maestra abbia usato violenze fisiche e psicologiche nei confronti dei piccoli alunni. Durante la giornata scolastica l’insegnante adottava un linguaggio intriso di minacce verbali ed ingiurie, usando violenza fisica (presa per le orecchie, schiaffi, strattoni) nei confronti di alcuni bambini e bambine, addirittura anche nei confronti di un bambino diversamente abile”.

Sarebbero una dozzina gli episodi portati a conoscenza degli investigatori. A ottobre il pm d’Amore ha chiesto la misura della sospensione al gip Giusi Bartolozzi che però ha rigettato, ritenendo non sufficienti quelle prove. La procura ha presentato quindi il ricorso al tribunale del riesame che invece l’ha accolta e dunque è scattata l’interdizione.

Secondo il difensore della maestra, l’avvocato Giancarlo Piras, i fatti vanno ridimensionati.

“Gli episodi si prestano a interpretazione. La Procura – dice l’avvocato Piras - li ha interpretati in un modo, a mio avviso, errato tanto che il gip guadando i video non ha riconosciuto né i maltrattamenti né l’abuso dei mezzi di correzione. Non ci sono certificati medici non c’è nulla. Sebbene è stato detto che gli episodi descritti vanno ridimensionati, il tribunale del riesame, che non entra nel merito dei fatti, ha ritenuto di applicare la misura interdittiva sulla scorta dei gravi indizi di colpevolezza. Siamo in presenza di una maestra che ha insegnato fino alla fine dell’anno scolastico, a giugno-luglio. A settembre ha ripreso la scuola seppure in un’altra classe e a ottobre, dopo l’interrogatorio di garanzia, si è messa a casa in malattia. Un’insegnante che in 40 anni di servizio ha fatto si e no 40 giorni d’assenza”.





Facebook Twitter Rss