ANNO 15 n° 245
Macchina di Santa Rosa: sicurezza e tradizione possono convivere
Massimo Erbetti:“Le sedie sono parte della nostra identità, vanno regolamentate e non eliminate”
02/09/2025 - 07:03

VITERBO - In relazione all’appello del Prefetto Sergio Pomponio e del Questore Luigi Silipo, che hanno ribadito l’indispensabile esigenza di sicurezza durante il trasporto della Macchina di Santa Rosa, concordo appieno sull’assoluta priorità della protezione delle persone coinvolte.

Tuttavia, va sottolineato come le sedie lungo il percorso non siano un’imposizione estranea, quanto una tradizione centenaria solidamente radicata nel cuore della comunità viterbese al pari della macchina stessa. Rappresentano un modo civile ed ordinato di accogliere cittadini e visitatori, una forma di “salotto urbano” che facilita la fruizione dell’evento in modo dignitoso, partecipativo ed inclusivo, penso ad esempio alle persone anziane.

Ora, qualcuno pensa che serva una legge nazionale per risolvere il problema. Io credo che non serva a nulla complicare le cose: basterebbe un po’ di buon senso e la volontà di mettersi attorno a un tavolo. Non è impossibile ed è importante ricordare che lo stesso Comune di Viterbo ha previsto sedie in punti strategici, come piazza del Comune e pedane riservate a persone con disabilità. Ciò dimostra come, con un’adeguata pianificazione, le sedute possono convivere con le normative di sicurezza.

Chi governa ha il dovere di trovare una soluzione, non di alzare le mani. Non servono leggi irrealizzabili, serve organizzazione.

Ribadisco dunque la seguente posizione:

La sicurezza è non negoziabile. Nessuna deroga alle misure che tutelano l’incolumità pubblica è accettabile.

Le sedie sono patrimonio morale e culturale. Vanno considerate un tratto identitario dell’evento, parte della memoria collettiva.

Serve un piano organizzativo intelligente affinché le sedie siano sicure e non ostacolino le vie di fuga.

La coerenza del Comune è fondamentale. Se la presenza delle sedie è consentita in piazza del Comune, lo sia anche in parti del percorso sotto regole rigidamente stabilite.

Con queste premesse, auspico che si possa avviare un dialogo costruttivo tra autorità di sicurezza, Amministrazione comunale, Sodalizio dei Facchini e cittadini, al fine di mettere le sedie nella giusta luce: non come un rischio, ma come un valore da preservare, modernizzare e integrare in modo responsabile.

Sì alla sicurezza. Sì alle sedie purché regolamentate. Perché la festa resti viva, autentica e fruibile da tutti, senza rinunciare a ciò che è prezioso nella nostra storia.






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