CALCATA - Una mattina triste per il piccolo paese di Calcata, infatti ieri mattina mattina alle 11.30 nella piccola chiesa al centro del paese che lui stesso aveva progettato si sono svolte le esequie dell’architetto Paolo Portoghesi.
Nella piccola chiesa si sono stipate oltre un centinaio di persone arrivate da tutte le parti per dare l’ultimo saluto a Portoghesi scomparso qualche giorno fa all’età di 92 anni.
Ad officiare il rito funebre insieme a due sacerdoti, tra cui il parroco, il vescovo di Civitacastellana Marco Salvi.
In chiesa, con i familiari del maestro numerosi esponenti del mondo dell’arte e dell’architettura.
Tra le autorità presenti anche il sottosegretario Vittorio Sgarbi, il presidente della provincia di Viterbo Alessandro Romoli, la sindaca di Calcata Sandra Pandolfi, il sindaco di Faleria Walter Salvadori, l’imam Nader Akkad della moschea di Roma, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e Stefania Craxi.
“Portoghesi è stato un punto di riferimento assoluto per tutti – ha chiosato il vescovo Salvi durante l’omelia – con le sue opere e i suoi scritti.
Era dotato di una percezione profonda dell’architettura che ha permesso di elevare le nostre esistenze oltre l’apparenza evidenziando che nel bello si può manifestare il bene.
Portoghesi – ha aggiunto – è stato il custode e l’autore di scoperte plastiche e stilistiche che venivano da molto lontano e che hanno aperto nuove strade.
Paolo era un vero architetto”.
Denso di commozione l’intervento dell’Imam Nader Akkad della comunità Musulmana di Roma.
“Ha donato alla comunità islamica un luogo dove tutti siamo felici, la moschea che ha creato è un vero giardino. Spero che adesso anche lui sia in un giardino pieno di pace come quello che ci ha donato.”
Poi rivolto ai familiari.
“spero che il nostro unico dio vi doni la pazienza e la forza per andare avanti”
Poi dopo gli interventi della nipote e di alcuni allievi del maestro, il sottosegretario Sgarbi con il suo contributo ha ricordato Paolo Portoghesi come amico e mentore.
“Con la scomparsa di Paolo perdiamo una parte della nostra felicita- ha detto Sgarbi – era un vero poeta dell’architettura di cui tutti avvertiremo il vuoto che lascia.
Calcata era il posto dove aveva deciso di vivere e la sua presenza la fatta diventare un luogo dell’anima, riuscendo a tenere passato e presente uniti.”